Euro forte: i titoli italiani che potrebbero subire un impatto sconvolgente secondo gli analisti

Un euro più forte potrebbe ridisegnare i confini della competitività per le aziende italiane: tra chi rischia margini erosi e chi può invece beneficiarne, Piazza Affari si prepara a un cambiamento che non passa inosservato.

Mentre l’euro continua a rafforzarsi nei confronti del dollaro, le ripercussioni per le società quotate sul mercato italiano diventano più evidenti. Secondo Paul Tudor Jones, il biglietto verde potrebbe perdere fino al 10% nei prossimi 12 mesi. Una tendenza confermata anche da Bilal Hafeez, ex strategist di Deutsche Bank, che indica un possibile cambio euro/dollaro a 1,40.

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Euro forte: i titoli italiani che potrebbero subire un impatto sconvolgente secondo gli analisti – crypto.it

In questo contesto valutario, alcune aziende vedono i propri ricavi ridursi per effetto del cambio, mentre altre possono sfruttare la forza dell’euro per contenere i costi di approvvigionamento. Il rischio cambio torna così al centro delle analisi finanziarie, con impatti significativi sui margini operativi e sulle aspettative dei dividendi futuri.

Ferrari, Stellantis e Moncler tra i titoli più esposti

Tra le aziende potenzialmente penalizzate da un euro forte si distinguono Ferrari e Stellantis, entrambe caratterizzate da una significativa esposizione al mercato nordamericano e asiatico. Ferrari realizza buona parte dei propri ricavi in dollari, con costi però in euro: un disallineamento che rischia di comprimere i margini di profitto. Dopo i risultati trimestrali, Banca Akros ha confermato la raccomandazione “Neutral” su Ferrari con un prezzo obiettivo di 430 €, evidenziando una riduzione delle stime sugli utili per azione nel 2025 proprio a causa dell’effetto cambio. Simile la situazione per Stellantis, che opera con ampi volumi in Nord America e si trova esposta alle fluttuazioni del dollaro.

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Ferrari, Stellantis e Moncler tra i titoli più esposti – crypto.it

Anche Moncler, Campari e Ferragamo mostrano vulnerabilità: Banca Akros ha ridotto il target price di Moncler da 73 € a 65 € pur mantenendo una raccomandazione positiva, segnalando aspettative di rallentamento per il secondo trimestre, anche a causa delle dinamiche valutarie. Le performance borsistiche da inizio anno restano piatte per questi titoli, riflettendo la prudenza degli investitori nel considerare l’effetto dell’euro forte sui conti futuri.

Ovs, A2A e De’Longhi tra i beneficiari del cambio

Se per alcune società il rafforzamento dell’euro rappresenta una criticità, per altre è un’opportunità concreta. È il caso di Ovs, BasicNet e De’Longhi, che acquistano in dollari ma vendono prevalentemente nell’area euro. In questo scenario, un euro più forte consente una riduzione dei costi di importazione, con un impatto positivo sui margini operativi.

Su Ovs, Equita SIM ha confermato la raccomandazione “Buy” con target price a 4 €, sottolineando come il gruppo sia ben posizionato anche in un contesto di consumi incerti. Lo stesso discorso vale per A2A ed Enel, che beneficiano della riduzione del costo delle materie prime energetiche acquistate in dollari, migliorando la sostenibilità dei bilanci.

Infine, aziende come Buzzi Unicem e Interpump, attive in settori industriali con forte dipendenza da forniture in valuta estera, potrebbero rafforzare ulteriormente la propria redditività grazie a un cambio favorevole. In particolare, Sesa, che ha registrato un +30% da inizio anno, conferma come la dinamica valutaria possa incidere anche sulle performance borsistiche dei titoli più esposti a importazioni extra-UE.

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