Azimut rafforza la sua presenza negli Stati Uniti con un’acquisizione da 165 milioni di dollari, mirando a gestire 50 miliardi. Il mercato guarda agli effetti sull’utile netto e sulla valutazione del titolo, tra rendimenti da dividendo e prospettive di crescita internazionale.
Espansione internazionale, incremento delle masse gestite, dinamiche di bilancio e performance del titolo: sono tanti gli elementi che in questo periodo attirano l’attenzione su Azimut Holding. I riflettori si accendono in particolare sulla recente operazione strategica negli Stati Uniti, dove il gruppo ha finalizzato una delle acquisizioni più rilevanti della sua storia recente.

Al centro delle analisi ci sono anche i rendimenti da dividendo, gli indicatori fondamentali e le valutazioni tecniche, che restituiscono un quadro articolato su una delle società finanziarie italiane più seguite dagli investitori retail e istituzionali. La combinazione tra espansione nel wealth management e una solida struttura finanziaria solleva interrogativi sulla sottovalutazione o sopravvalutazione del titolo, specie alla luce delle stime aggiornate degli analisti.
Azimut acquisisce North Square Investments e punta su margini e utile netto in crescita
La recente acquisizione del 100% di North Square Investments da parte di Azimut per un enterprise value complessivo di 165 milioni di dollari ha portato alla creazione di una piattaforma integrata, ribattezzata Azimut NSI, che gestirà oltre 20 miliardi di dollari, integrando anche Kennedy Capital Management, di cui Azimut detiene il 51%. L’obiettivo è portare a 50 miliardi di dollari le masse totali in gestione nel mercato statunitense, che diventa così il secondo per importanza dopo l’Italia, dove il gruppo amministra circa 60 miliardi di euro.
Secondo quanto dichiarato da Azimut, l’operazione genererà un incremento dell’utile netto del 5% già entro i primi 12 mesi e margini lordi aggiuntivi per 20‑25 milioni di dollari dal 2026. Il titolo, che si muove attualmente in area 29,65 €, rimane vicino ai massimi degli ultimi cinque anni.

Gli analisti di Marketscreener indicano un prezzo obiettivo medio di 30,11 €, con un target massimo a 35 € e minimo a 24,70 €. Questo implica un potenziale upside medio dell’1,5%, un potenziale massimo di circa +18% e un downside stimato al minimo di -16,7% rispetto alle quotazioni attuali. Le raccomandazioni si attestano su un consensus “Outperform”, con aggiornamenti positivi da parte di Banca Akros e Deutsche Bank.
Indicatori fondamentali, valutazioni tecniche e rendimento da dividendo
Analizzando le metriche di bilancio, Azimut presenta un P/E forward di circa 9,2x e un EV/EBITDA pari a 3,7x, valori inferiori alla media del settore, suggerendo una possibile sottovalutazione. Il rapporto Price/Book è intorno a 2,0x, mentre il ritorno su equity (ROE) resta stabile su livelli inferiori al 10%. Il PEG ratio a 4,27x indica aspettative di crescita contenute rispetto al prezzo attuale.
Sul fronte tecnico, l’analisi settimanale evidenzia un RSI intorno a 56, condizione neutra, e un MACD leggermente positivo. Le medie mobili a 20 e 50 periodi non segnalano ancora inversioni di trend, ma mostrano un momentum costante e stabile.
Un aspetto rilevante per molti investitori è la remunerazione da dividendi. Azimut ha confermato la propria politica di distribuzione, con un rendimento atteso per il 2025 superiore al 5%. Negli ultimi cinque anni, la media dei dividendi distribuiti è stata del 5,2%, con una sola eccezione nel 2020, quando il dividendo non fu distribuito in seguito all’emergenza pandemica.
Questi dati si combinano con la recente espansione internazionale per delineare un quadro in evoluzione che continua a generare attenzione nei confronti di un titolo storico di Piazza Affari.