Trump Media sorprende con una delle mosse aziendali più audaci del 2025: detenere 2 miliardi $ in Bitcoin come riserva strategica. Una scelta che ricorda MicroStrategy, ma con una carica politica e simbolica ancora più marcata. Intanto il titolo DJT guadagna attenzione e consenso anche tra i piccoli investitori. L’accumulo di Bitcoin ha riaperto il dibattito sull’uso delle criptovalute come tesoreria aziendale, attirando l’attenzione del mercato su implicazioni tecniche, strategiche e normative.
Nel silenzio relativo dei mercati estivi, una notizia ha rotto gli schemi: Trump Media ha comunicato di detenere 2 miliardi $ in Bitcoin, pari a oltre due terzi delle disponibilità liquide. Non si tratta di un semplice investimento speculativo. Il CEO Devin Nunes ha definito questa riserva come una “armatura finanziaria” contro potenziali blocchi bancari e un modo per legare i futuri token utility alla piattaforma Truth.Fi. In un contesto in cui le banche tradizionali vengono accusate di “discriminazione ideologica”, la mossa assume un significato politico oltre che strategico.

Questa iniziativa segue il modello di MicroStrategy, ma con una differenza: mentre l’azienda di Michael Saylor agisce per capitalizzare su BTC come oro digitale, Trump Media mira a costruire un’infrastruttura crypto-centrica legata alla propria community e piattaforma social. L’annuncio ha spinto il titolo DJT a salire del +4,6 %, secondo quanto riportato da Barron’s e Investopedia. Inoltre, l’approvazione del GENIUS Act da parte del Congresso USA, che definisce nuove regole per le stablecoin, offre un terreno normativo favorevole per una simile operazione.
Un arsenale digitale da 2 miliardi $: dettagli e implicazioni
La cifra annunciata include sia Bitcoin spot che opzioni su BTC da convertire in moneta al momento opportuno. Circa 300 milioni $ sono stati già impegnati in derivati BTC, ma il piano prevede ulteriori conversioni nei prossimi mesi, in funzione dell’andamento del mercato. Trump Media dichiara di voler utilizzare parte di questa riserva anche per supportare una futura stablecoin o token nativo collegato alla piattaforma Truth Social.

Secondo le fonti citate da Investopedia e Business Insider, l’obiettivo è creare una struttura finanziaria indipendente, capace di aggirare i circuiti tradizionali e di attrarre capitali allineati con la visione politica e finanziaria dell’ex presidente Trump. Il tutto mentre il Bitcoin oscilla tra i 120.000 e i 125.000 $, livello che rafforza il valore della posizione detenuta.
Reazioni del mercato e quadro regolatorio in evoluzione
Il mercato ha accolto la notizia con entusiasmo iniziale: il titolo DJT ha chiuso in rialzo del +4 % nella giornata dell’annuncio. Tuttavia, tra gli analisti prevale una cauta osservazione. Alcuni, come Wedbush e BTIG, sottolineano l’assenza di utili e la volatilità intrinseca delle criptovalute nei bilanci aziendali. Altri evidenziano la potenziale replicabilità di questo modello da parte di società tecnologiche e media emergenti.
Il contesto normativo sembra intanto spianare la strada. Il GENIUS Act segna un primo passo verso una regolamentazione chiara del settore, incoraggiando le aziende a esporsi su crypto asset senza timori regolatori immediati. Con questo arsenale digitale, Trump Media entra ora nel ristretto club delle aziende con maggiore esposizione a Bitcoin, accanto a MicroStrategy, Tesla e Block. Un esperimento ad alta visibilità, le cui conseguenze potrebbero andare ben oltre la finanza.