Recessione USA: secondo la Fed la probabilità resterebbe sopra il 28 % con una curva dei tassi ancora in zona critica

Le probabilità di una recessione economica negli Stati Uniti resterebbero sotto osservazione, con la curva dei rendimenti che segnalerebbe ancora tensioni non del tutto rientrate.

Ogni ciclo economico si porta dietro segnali deboli, inversioni di tendenza e variabili macro che si intrecciano in un equilibrio delicato. In questo contesto, la parola recessione continua a riaffacciarsi tra le preoccupazioni di investitori, analisti e istituzioni finanziarie. Uno degli strumenti considerati tra i più affidabili per anticiparne l’arrivo è la curva dei tassi, in particolare lo spread tra Treasury a 10 anni e titoli a 3 mesi. Storicamente, quando il rendimento a breve supera quello a lungo termine — un fenomeno noto come inversione della curva — si accende un allarme: la recessione potrebbe arrivare nei 12 mesi successivi.

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Recessione USA: secondo la Fed la probabilità resterebbe sopra il 28 % con una curva dei tassi ancora in zona critica – crypto.it

Oggi questo spread è tornato marginalmente positivo, ma secondo il modello econometrico della Fed di New York, la probabilità di una recessione entro il 2026 si attesterebbe ancora al 28,71 %. Numeri che spingono a rileggere i dati con attenzione e a confrontarli con quanto accaduto nei cicli passati, tra il 1969 e il 2020. Non si tratta di certezze, ma di segnali da non sottovalutare.

Curva dei tassi e recessioni storiche: cosa dicono i dati

Secondo il modello sviluppato dalla Fed di New York, tutte le recessioni statunitensi dal 1969 in poi sono state precedute da un’inversione della curva 10 anni–3 mesi. Ad esempio, nel 2006 lo spread è sceso in territorio negativo anticipando la crisi del 2008, mentre nel 2019 è accaduto lo stesso a pochi mesi dall’impatto pandemico. Il punto critico si raggiunge solitamente quando lo spread si abbassa sotto lo 0,80 %: da quel momento inizia a salire la probabilità stimata di una contrazione dell’economia. La profondità e la durata dell’inversione rafforzano il segnale. Il grafico più aggiornato, pubblicato dalla Fed e basato su dati fino a luglio 2025, mostra uno spread di 0,0449 %, tornato in area positiva dopo diversi trimestri in territorio negativo. Questo valore — seppur sopra lo zero — è ancora considerato “piatto” e associato a una fase di transizione incerta.

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Curva dei tassi e recessioni storiche: cosa dicono i dati – crypto.it

Lo stesso grafico evidenzia una probabilità di recessione al 28,71 %, in calo rispetto ai massimi sopra il 60 % del 2023, ma pur sempre rilevante. Fonti come Bloomberg e Reuters riportano che i modelli di previsione si stanno lentamente adattando a un contesto di tassi stabili e inflazione in rientro, ma restano prudenti. Secondo Deutsche Bank, uno shock esogeno o un rallentamento della domanda globale potrebbero ancora innescare un ciclo negativo. Anche il World Bank e l’OECD indicano che, sebbene l’economia americana abbia mostrato resilienza, non è escluso un indebolimento nel secondo semestre 2025. Il modello probabilistico resta quindi un indicatore fondamentale per interpretare la direzione del ciclo.

La situazione attuale e il rischio nei prossimi mesi

Il fatto che lo spread tra 10 anni e 3 mesi sia tornato positivo segna un miglioramento tecnico, ma non cancella il rischio. L’attuale valore di 0,0449 % è troppo basso per considerare il segnale archiviato. Secondo Marketscreener, il rischio resta “elevato ma contenuto”, con previsioni in linea con i dati macro più recenti. Il PIL USA nel secondo trimestre è cresciuto a un ritmo annuo del 2,1 %, ma il rallentamento degli investimenti aziendali e il calo della fiducia dei consumatori sono elementi osservati con attenzione da JPMorgan e Barclays. Secondo Suki Cooper (Standard Chartered), il mercato sta ancora sottovalutando la possibilità di un rallentamento sincronizzato tra Europa, USA e Cina. Se ciò accadesse, il modello della Fed — oggi al 28,71 % — potrebbe riaccelerare.

Per ora, però, il contesto non mostra segnali chiari di inversione del ciclo. Le aspettative sui tassi della Fed restano neutre e il mercato dei bond sembra aver digerito l’ultima fase restrittiva. In sintesi, la curva dei tassi resta uno strumento utile per misurare il rischio sistemico, ma andrebbe integrato con altri indicatori macro. L’attuale probabilità di recessione non è tra le più alte storicamente, ma si inserisce in una fase dove l’economia potrebbe trovarsi su un crinale sottile, in bilico tra stagnazione e ripresa.

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