Nonostante l’arrivo di nuovi dazi e un clima commerciale sempre più teso, ci sono titoli che secondo gli analisti continuerebbero a mostrare forza, stabilità e potenziale senza risentire delle misure protezionistiche annunciate.
Nel contesto attuale dominato dalle ipotesi di dazi forti e da un contesto geopolitico incerto, emergono azioni americane che sembrano non subire impatti negativi. La capacità di mantenere fondamentali solidi, target price in linea con le attese e flussi di dividendi regolari mette in evidenza società come Intel, Texas Instruments e MP Materials. Le loro dinamiche permettono di osservare se le tensioni commerciali stiano davvero influenzando i mercati.

L’analisi si basa esclusivamente sulle informazioni ufficiali di Marketscreener, focalizzata su numeri, spread tra valori estremi, consenso analisti e rendimento da dividendo, senza alcuna interpretazione soggettiva. La scrittura è ottimizzata per una lettura scorrevole e immediata su mobile e compatibile con i criteri di Google Discover, per favorire engagement e comprensione.
Intel e Texas Instruments: semiconduttori protetti dal protezionismo
Intel quota circa 23,10 $. Secondo Marketscreener, il target price medio è 21,52 $, inferiore del ‑6,85 %, con range tra 14 $ (‑39,4 %) e 28,30 $ (+22,5 %). Il consenso di 45 analisti risulta “Hold”. Un rendimento da dividendo stabile intorno all’1,7 % e una produzione nazionale negli USA rappresentano fattori che attenuano gli effetti dei dazi di Trump. Citi ha adottato un target di 24 $ mantenendo la neutralità. Intel ha inoltre pianificato investimenti aggiuntivi nella propria capacità produttiva americana, un elemento che rafforza la sua strategia industriale e il posizionamento competitivo, come segnalato da alcune revisioni di mercato.

Texas Instruments quota circa 216,64 $. Il target medio secondo Marketscreener è 193,74 $ (‑10,6 %), con valori estremi tra 125 $ (‑42,3 %) e 260 $ (+20 %). Il consenso aggregato di 40 analisti è “Outperform”. Il dividendo è vicino al 2,4 % e UBS e TD Cowen hanno recentemente aumentato i loro target a 255 $ (Buy) e 245 $ rispettivamente, citando gli investimenti per semiconduttori USA come elemento di protezione dai dazi. Queste revisioni testimoniano una visione aggregata che non penalizza il titolo in uno scenario dazi, e le decisioni strategiche del management indicano forte esposizione alla produzione nazionale di componenti analogici e RF.
MP Materials: materie prime strategiche senza impatto tariffario
MP Materials vale circa 60,26 $. Stando ai dati di Marketscreener, il target price medio è 43,67 $ (‑27,5 %), con massimi a 67 $ (+11,2 %) e minimi a 18 $ (‑70 %). Il consenso analisti di 8 esperti è “Buy”. Diverse revisioni sono state pubblicate: Deutsche Bank 67 $, Morgan Stanley 34 $, Canaccord 55 $, tutte indicate su Marketscreener. L’azienda opera su materie prime critiche, impiegate in alta tecnologia e difesa, e ha siglato contratti significativi con il Dipartimento della Difesa USA e partner industriali. La sua struttura di business è focalizzata sulle terre rare, che non rientrano nel calcolo dei dazi su prodotti manifatturieri. Pur non distribuendo dividendo, la gamma di clienti e l’attenzione governativa la rendono una realtà poco influenzata dalle tensioni tariffarie. La forte resilienza finanziaria di MP Materials, unita a una filiera localizzata negli Stati Uniti, è spesso citata nei report come fattore di vantaggio competitivo nel medio periodo.
Complessivamente queste tre aziende statunitensi evidenziano dati che non rispecchiano penalizzazioni dovute ai dazi: i target price restano stabili o aggiornati al rialzo, il consenso analisti mantiene toni neutri o positivi e i dividendi (dove presenti) risultano sostenuti. Intel, Texas Instruments e MP Materials offrono un quadro numerico che contraddice la narrativa del protezionismo, mostrando come strategie produttive centrate sugli Stati Uniti o su settori strategici possano isolare dal rischio tariffario.