Due titoli italiani, Prysmian e Stellantis, si sono mossi in direzioni opposte nell’ultima settimana: uno ha brillato, l’altro ha sofferto una netta correzione. Dietro questi movimenti si nascondono dati fondamentali, reazioni del mercato e aggiornamenti chiave da parte degli analisti.
Mentre i mercati cercano nuovi equilibri tra tensioni macroeconomiche e prospettive settoriali, alcuni titoli si ritrovano sotto i riflettori per motivi profondamente diversi. Da una parte ci sono aziende che beneficiano di previsioni positive legate al proprio settore di riferimento, supportate da solidi fondamentali e margini in tenuta. Dall’altra, troviamo titoli penalizzati da un mix di fattori esterni e interni, in un contesto che amplifica la volatilità.

Prysmian e Stellantis rappresentano due esempi emblematici di questo scenario, con traiettorie divergenti che vale la pena osservare da vicino. Non si tratta solo di variazioni settimanali, ma di segnali che trovano riscontro nei dati tecnici, nelle raccomandazioni degli analisti e nelle dinamiche del mercato globale.
Le performance recenti di Prysmian: segnali positivi e stabilità tecnica
Prysmian ha registrato una delle migliori performance settimanali del FTSE MIB, grazie a una combinazione di notizie operative favorevoli e segnali tecnici convincenti. Negli ultimi giorni, sono emersi aggiornamenti relativi a nuove commesse nel settore dell’energia e delle infrastrutture, in linea con le prospettive già delineate nel piano industriale. Il titolo ha superato le medie mobili a 20 e 50 giorni, con l’RSI che rimane in zona neutrale e il MACD in territorio positivo, secondo i dati raccolti da TipRanks.

Secondo Marketscreener, il prezzo obiettivo medio stimato dagli analisti è pari a 69 €, con un minimo di 64 € e un massimo di 72 €. A fronte del prezzo attuale di circa 64,6 €, il potenziale di rivalutazione si attesta intorno al +6,8 %. I multipli di valutazione indicano un P/E pari a 15,1 e un EV/EBITDA di 9,4, valori in linea con la media del settore. Il ritorno su equity si attesta attorno al 14 % e il margine operativo lordo supera il 12 %. Il dividend yield attuale è pari al 1,8 %, con una media quinquennale dell’1,7 %, senza interruzioni nella distribuzione.
Stellantis sotto pressione: ribasso tecnico e downgrade degli analisti
Situazione diversa per Stellantis, che ha perso terreno nell’ultima settimana, penalizzata da un clima di incertezza sul fronte delle tariffe negli Stati Uniti e dai timori legati alla transizione elettrica. Bank of America ha recentemente tagliato il rating da “Buy” a “Neutral”, riducendo il target price da 16 € a 10 €, come riportato da diverse fonti finanziarie.
Il prezzo obiettivo medio stimato dagli analisti, secondo Marketscreener, è pari a 10,07 €, con un massimo di 14 € e un minimo di 6 €. A fronte di un prezzo attuale di 8,17 €, il potenziale teorico di rivalutazione oscilla tra il +23 % e il +71 %. Tuttavia, gli indicatori tecnici riflettono una fase di debolezza: il titolo è sotto le medie mobili principali e l’RSI è in calo. Il P/E è pari a 3,6, mentre il Price/Book si attesta a 0,65, valori che suggeriscono sottovalutazione rispetto alla media del comparto. Il ritorno su equity supera il 18 %, mentre il margine operativo lordo è intorno al 13 %. Il dividendo si mantiene stabile: attualmente il dividend yield è pari al 7 %, con una media quinquennale del 6,4 %. Anche in questo caso non risultano interruzioni nella distribuzione.
Il confronto tra questi due titoli evidenzia dinamiche opposte ma complementari. Da un lato, Prysmian si conferma stabile su basi fondamentali e tecniche, dall’altro Stellantis sconta pressioni cicliche e fattori esogeni, pur mantenendo metriche di valutazione contenute e rendimenti da dividendo elevati.