Ferretti ha sorpreso il mercato con risultati solidi e un potenziale di crescita che, secondo diversi analisti, resta sottovalutato. I recenti dati trimestrali e le valutazioni fondamentali delineano un quadro in evoluzione, con margini robusti e dividendi stabili.
Negli ultimi mesi, il titolo Ferretti è tornato sotto i riflettori degli investitori grazie a una serie di fattori combinati: un solido backlog ordini, risultati operativi in crescita e valutazioni considerate ancora interessanti da numerosi esperti del settore. Il gruppo, attivo nella produzione di yacht di lusso, ha confermato nei dati relativi al primo trimestre 2025 un portafoglio ordini da 1,77 miliardi €, in crescita dell’8,9 % rispetto all’anno precedente. Anche l’EBITDA rettificato ha registrato un incremento, attestandosi a 74,6 milioni € nel periodo. A colpire, però, non sono solo i numeri, ma anche il posizionamento strategico dell’azienda, che continua a consolidare la propria presenza nei mercati internazionali pur mantenendo un profilo di rischio relativamente contenuto.

Dai più recenti report di analisti finanziari – tra cui quelli diffusi da Equita, Intermonte e Marketscreener – emerge un consenso prevalentemente positivo sul potenziale del titolo, anche se alcuni segnali tecnici invitano alla cautela nel brevissimo periodo. Le medie mobili settimanali, in particolare, evidenziano un trend neutrale con possibili segnali di supporto intorno alla soglia di 2,79 €, un’area osservata anche da Teleborsa. Gli indicatori RSI e MACD segnalano una fase interlocutoria, ma con una volatilità contenuta e volumi medi attorno a 450.000 azioni al giorno, per un controvalore di poco superiore al milione di euro, Ferretti risulta potenzialmente manovrabile sul breve.
Valutazioni e indicatori fondamentali
Secondo i principali multipli, Ferretti si trova attualmente in una fase di sottovalutazione. Il rapporto P/E è pari a 10,6×, ben al di sotto della media di settore (circa 19×), mentre il Price/Book si attesta a 1,06×. Il EV/EBITDA è stimato intorno a 3,5×, segno di una valutazione contenuta rispetto alla generazione di cassa. Il ROE si attesta al 10 % e il ROA al 5 %, valori che indicano una gestione efficiente del capitale e degli attivi. Il margine di profitto lordo si mantiene stabile e vicino al 27 %, confermando l’equilibrio operativo dell’azienda.

Anche sul fronte del dividendo, Ferretti ha mantenuto una politica stabile: la cedola attesa per l’esercizio in corso è pari a 0,10 €, con un rendimento di circa il 3,6 %. Negli ultimi cinque anni, la società ha sempre distribuito dividendi, con una media annua stabile e senza interruzioni. Questa costanza rappresenta un elemento significativo nel contesto attuale, caratterizzato da una generale prudenza nelle politiche di remunerazione agli azionisti.
Target price e raccomandazioni recenti
Secondo quanto riportato da TipRanks e Marketscreener, il prezzo obiettivo medio assegnato dagli analisti è di 4,22 €, con un massimo a 5,56 € e un minimo a 3,64 €. A fronte di una quotazione attuale intorno a 2,75 €, ciò implica un potenziale teorico di rialzo compreso tra il 32 % e il 102 %, a seconda dello scenario considerato. Le raccomandazioni degli ultimi 30 giorni indicano prevalentemente giudizi “Buy” o “Outperform”, come nel caso di Equita e Intermonte. Nessuna raccomandazione di vendita è stata segnalata nelle ultime settimane.
Complessivamente, Ferretti risulta sottovalutata rispetto al target massimo degli analisti, che implica un potenziale upside del +102 %. I multipli fondamentali indicano valutazioni inferiori alla media del settore. Inoltre, il titolo offre un dividendo stabile con rendimento medio del 3,6 % negli ultimi cinque anni.