Un numero crescente di società quotate starebbe accumulando riserve in Bitcoin, XRP e token come $TRUMP, segnando una svolta sorprendente nella gestione della tesoreria aziendale. Dai fondi ETF alle iniziative guidate da Trump Media e Metaplanet, il trend si espande anche fuori dal settore crypto. Le cifre in gioco sarebbero miliardarie.
Nel corso delle ultime settimane, diverse società pubbliche hanno adottato strategie di tesoreria alternative accumulando criptovalute come riserve aziendali. Questa tendenza, inizialmente affermatasi tra le crypto company, si sta rapidamente estendendo anche a gruppi non specializzati nel settore. Secondo Financial Times e Reuters, sono già oltre 60 le aziende a livello globale che detengono Bitcoin in bilancio, e l’interesse verso XRP sarebbe in forte espansione.

Parallelamente, Trump Media ha annunciato l’intenzione di includere criptovalute in un nuovo ETF e di lanciare una propria stablecoin. Questo nuovo paradigma, definito “strategia Bitcoin treasury”, unisce logiche di diversificazione, posizionamento tecnologico e uso attivo degli asset digitali nella gestione finanziaria.
Bitcoin in bilancio: le cifre e i protagonisti della svolta
Secondo quanto riportato da CCN e Financial Times, il totale di Bitcoin detenuti da società pubbliche ha superato le 855.000 unità, pari a circa il 4% dell’offerta totale, con un incremento netto di oltre 245.000 BTC nel primo semestre 2025. La società giapponese Metaplanet ha dichiarato l’obiettivo di accumulare fino a 210.000 BTC entro il 2027, per un valore stimato di 23 miliardi $.
MicroStrategy (oggi rinominata “Strategy”) continua a guidare la classifica con oltre 597.000 BTC in portafoglio, seguita da Marathon Digital con circa 50.000 BTC e Riot Platforms con 19.225 BTC. L’interesse è trainato anche dal rafforzamento normativo degli ETF spot Bitcoin negli Stati Uniti, che ha facilitato l’ingresso in bilancio di criptovalute regolamentate.

Parallelamente, il quadro regolamentare più favorevole ha portato aziende tradizionali a valutare riserve digitali come strumenti strategici di lungo periodo. Secondo Reuters, le società coinvolte vedrebbero in queste riserve un’alternativa alla liquidità in valuta fiat, utile anche per proteggere valore in contesti inflazionistici o di instabilità valutaria.
XRP e $TRUMP: i nuovi asset nelle strategie corporate
Il caso XRP sta emergendo con forza come asset alternativo nei bilanci aziendali. Secondo Ainvest e Cointelegraph, aziende come Trident Digital Tech Holdings, Webus International, VivoPower e Wellgistics hanno avviato programmi di tesoreria basati su XRP, per un totale stimato di oltre 1 miliardo $ in asset digitali. Trident, in particolare, ha annunciato un fondo dedicato da 500 milioni $, mentre Webus punta a una riserva XRP da 300 milioni $.
Queste scelte sarebbero motivate dalla velocità di transazione, dalla bassa volatilità relativa e dalla compatibilità con le infrastrutture di pagamento cross-border. Ripple, secondo quanto riportato da BeInCrypto, avrebbe contribuito con supporto tecnico alle implementazioni aziendali.
Un altro sviluppo rilevante riguarda Trump Media & Technology Group, che ha presentato richiesta alla SEC per un ETF “Crypto Blue Chip” che includerebbe Bitcoin (70–75%), Ethereum, Solana, Cronos e una quota di XRP tra il 2% e il 5%. Secondo El País, si tratterebbe del primo ETF statunitense a includere XRP e Cronos. Contestualmente, l’azienda ha dichiarato di possedere asset digitali per un controvalore di circa 2,5 miliardi $ e ha annunciato il lancio della stablecoin USD1.
Questi sviluppi suggeriscono un’evoluzione strutturale nel modo in cui le società si relazionano alle criptovalute, non più viste solo come asset speculativi, ma come strumenti attivi di strategia finanziaria e identitaria.