Oro sotto i riflettori: 5 segnali contrastanti che potrebbero sorprendere gli investitori in cerca di stabilità

L’oro ha chiuso la settimana con un rialzo del +2,2 %, tornando protagonista nei mercati finanziari internazionali. A spingere il metallo sono stati nuovi timori fiscali legati agli Stati Uniti e la conseguente debolezza del dollaro, mentre i segnali tecnici iniziano a suggerire l’avvio di una possibile fase di consolidamento. Il contesto resta dinamico e incerto, con forze macroeconomiche e indicazioni tecniche che si muovono su piani non sempre allineati.

Il primo slancio settimanale dell’oro è stato innescato dall’approvazione del maxi piano fiscale statunitense da 3.400 miliardi di dollari, misura che, come riportato da Reuters, ha immediatamente alimentato nuove preoccupazioni sul debito pubblico americano. L’indebolimento del dollaro che ne è seguito ha favorito la risalita dell’oro, ritenuto dagli investitori globali un tradizionale bene rifugio nei momenti di instabilità monetaria. Dopo aver perso circa il 5 % dai massimi toccati ad aprile, oltre la soglia dei 3 500 $, il metallo si è riportato in area 3 340 $, con un’intonazione tecnica meno brillante rispetto al passato, ma ancora ben supportata da fattori esterni.

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Oro sotto i riflettori: 5 segnali contrastanti che potrebbero sorprendere gli investitori in cerca di stabilità – crypto.it

Secondo James Steele, analista di HSBC, il momentum rialzista che aveva sostenuto il metallo nella prima parte dell’anno starebbe lentamente esaurendosi. Più focalizzato sull’aspetto macro, Edward Meir di Marex attribuisce il recente recupero proprio all’incremento della leva generata dall’indebitamento federale. In parallelo, il World Gold Council continua a evidenziare l’importanza degli acquisti delle banche centrali, in particolare nei Paesi emergenti, mentre si registra un moderato ritorno di afflussi nei fondi ETF sull’oro. Il quadro generale mostra quindi una dinamica complessa, in cui la forza dei fondamentali convive con segnali tecnici di maggiore cautela.

Supporti e resistenze in evidenza: la forza del metallo rallenta

L’analisi tecnica dell’oro riflette con chiarezza il momento di transizione che sta attraversando il metallo. L’RSI settimanale, come segnalato da FXStreet, si è portato ai livelli più bassi da febbraio, mentre il MACD ha virato in territorio negativo a –0,83. Le medie mobili offrono una lettura disomogenea: quelle di lungo periodo restano orientate al rialzo, ma quelle di breve evidenziano una perdita di slancio. DailyForex individua come aree di supporto principali i 3 330 $, i 3 300 $ e i 3 220 $, con un’area di contenimento più estesa a 3 100 $. Le resistenze si attestano invece tra i 3 372 $ e i 3 420 $, soglie tecniche che, se superate, potrebbero ridare forza al movimento rialzista.

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Supporti e resistenze in evidenza: la forza del metallo rallenta – crypto.it

L’attenzione rimane alta anche nei mercati asiatici: in India, secondo Economic Times, alcuni analisti hanno indicato i 93 000 ₹ come livello critico su cui valutare alleggerimenti. Il rafforzamento recente, osservato in parte come reazione emotiva ai dati USA, sembra avere basi meno solide rispetto ai mesi precedenti, e ciò aumenta la probabilità di fasi laterali o di assestamento nelle prossime settimane. I trader più attenti, in questa fase, guardano a un quadro complesso in cui l’oro, pur restando strutturalmente ben impostato, mostra una sensibilità crescente agli input macro.

Sentiment degli analisti e prospettive di breve termine

Il sentiment degli analisti internazionali appare meno euforico rispetto ai mesi precedenti. James Steele (HSBC) ha ribadito come il mercato dell’oro stia attraversando una fase di raffreddamento, sottolineando il rischio di esaurimento del trend rialzista se non dovessero emergere nuovi catalizzatori. Edward Meir (Marex), pur mantenendo un atteggiamento più costruttivo, ha evidenziato il ruolo del debito USA come fattore determinante per il sostegno al prezzo del metallo. Analisi condivise anche da Investing.com e FXLeaders, che descrivono un quadro tecnico diviso tra medie mobili ancora impostate su “buy” e indicatori come MACD e RSI in progressiva debolezza.

Sul fronte fondamentale, il World Gold Council conferma che l’oro resta tra gli asset rifugio preferiti dalle banche centrali, soprattutto in Asia e America Latina, contribuendo a garantire un supporto strutturale alla domanda. Questa componente istituzionale, unita all’incertezza globale, mantiene il prezzo dell’oro su livelli elevati nonostante le recenti prese di profitto. Il mercato dell’oro appare quindi in equilibrio instabile: ben sostenuto nel lungo periodo, ma vulnerabile nel breve a eventuali sorprese macro, come nuovi dati sull’inflazione o cambiamenti nelle politiche monetarie della Federal Reserve.

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