Pensione di invalidità: nuovo importo, la decisione che sorprende tutti

La Corte Costituzionale ha stabilito che la pensione di invalidità non può essere inferiore a 603 euro ma tale beneficio oggi non è per tutti.

La riforma Dini è illegittima, la Corte Costituzionale ha deciso che l’assegno d’invalidità deve sempre essere integrato al minimo e, dunque, non può essere inferiore a 603 euro (importo del 2025). Vale per tutti i percettori, non solo per quelli che hanno svolto attività lavorativa prima del 31 dicembre 1995 ma per far valere la novità bisognerà attendere.

Martelletto ed euro
Pensione di invalidità: nuovo importo, la decisione che sorprende tutti (Crypto.it)

La pensione d’invalidità è una prestazione che l’INPS eroga ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti alla Gestione Separata a condizione che abbiano un versamento minimo di cinque anni di contributi – tre nell’ultimo quinquennio prima della domanda – e il riconoscimento della capacità di lavoro ridotta in modo permanente per un’infermità, difetto fisico o mentale a meno di un terzo.

L’importo si calcola sui contributi versati dal lavoratore invalido e fino alla Consulta l’integrazione al minimo era concessa solo ai cittadini liquidati con sistema di calcolo retributivo o misto. Parliamo di coloro che hanno iniziato a maturare contributi prima del 1996. Con il meccanismo dell’integrazione la pensione non può essere inferiore al trattamento minimo che nel 2025 è di 603,40 euro al mese. Nessun aumento per raggiungere tale limite per i contributivi.

Integrazione della pensione di invalidità per tutti

La sentenza della Corte Costituzionale ha esteso il diritto all’integrazione al minimo ai lavoratori con contributi maturati dal 1° gennaio 1996 in poi. La riforma Dini che ha vietato l’integrazione ai “giovani lavoratori” per la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale è stata considerata illegittima perché la tutela aggiuntiva dell’integrazione al minimo viene finanziata con la fiscalità generale proprio come accade per ogni prestazione assistenziale.

Contare euro
Integrazione della pensione di invalidità per tutti (Crypto.it)

C’è di più, l’assegno d’invalidità può essere necessario al lavoratore anche in anticipo rispetto il compimento dei 67 anni, età minima per avere accesso all’assegno sociale. La pensione d’invalidità, infatti, non è legata all’età pensionabile ma al riconoscimento della riduzione della capacità lavorativa di un terzo. Queste le ragioni che hanno spinto la Consulta a dichiarare illegittima la Riforma Dini e, di conseguenza, ad allargare l’integrazione al minimo anche ai lavoratori con contributi versati dal 1996 in poi.

La sentenza, però, non ha carattere retroattivo. Significa che i 603 euro spetteranno solo per il futuro e non verranno concessi arretrati ai percettori della pensione di invalidità. Sarebbe stato un aggravio troppo pesante per la finanza pubblica concedere gli arretrati ad un milione circa di intestatari dell’assegno di invalidità.

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