7 titoli sottovalutati che potrebbero beneficiarne: la spinta NATO al 5 % del PIL cambia le regole del gioco

La spesa militare globale è tornata al centro delle strategie economiche, con la NATO che punta al 5 % del PIL. Gli analisti individuano settori chiave da monitorare: titoli della difesa, metalli industriali e bond a breve termine. Secondo RBC e Investors.com, alcuni titoli potrebbero registrare incrementi fino al 20 % nel breve periodo.

Il dibattito su come posizionare i portafogli d’investimento in un contesto geopolitico sempre più teso si intensifica. La NATO ha recentemente approvato un piano per destinare fino al 5 % del PIL alla spesa per la sicurezza entro il 2035, suddividendo l’impegno tra difesa core (3,5 %) e infrastrutture strategiche (1,5 %). Secondo il Wall Street Journal, l’indice Stoxx Europe Aerospace & Defense ha già segnato un +54 % nel primo semestre 2025, beneficiando della domanda crescente. A trainare l’interesse sono aziende come Airbus, che secondo RBC Capital Markets genera il 23 % dei propri ricavi dal comparto militare, e Safran, con una quota vicina al 20 %. Anche Lockheed Martin, pur con solo l’11 % del fatturato in Europa, resta sotto osservazione.

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7 titoli sottovalutati che potrebbero beneficiarne: la spinta NATO al 5 % del PIL cambia le regole del gioco – crypto.it

Negli Stati Uniti, secondo Investors.com, anche General Dynamics e Rheinmetall – quest’ultima forte di un contratto da 700 milioni € – sono tra i titoli più analizzati. Gli esperti indicano che queste società potrebbero offrire ritorni fino al 20 %, sempre che l’esecuzione dei piani NATO venga confermata nei tempi previsti. In questo contesto, i titoli della difesa restano centrali, ma non sono gli unici asset su cui si sta concentrando l’attenzione dei gestori patrimoniali.

Metalli industriali e bond a breve: strategie per diversificare

L’espansione della spesa militare e infrastrutturale apre scenari favorevoli anche per i metalli industriali. Secondo quanto riportato dal New York Post, progetti strategici come il ponte Sicilia-Calabria o nuove basi logistiche militari possono influire direttamente sulla domanda di acciaio, alluminio e materiali strategici. Si tratta di risorse fondamentali per la costruzione di strutture dual-use, spesso inserite nei bilanci militari ma con ricadute civili.

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Metalli industriali e bond a breve: strategie per diversificare – crypto.it

In parallelo, molti analisti suggeriscono di considerare anche i bond a breve termine come elemento di stabilizzazione del portafoglio. Il contesto di tassi elevati rende queste obbligazioni interessanti, offrendo rendimenti costanti e un profilo di rischio contenuto. La loro breve durata le rende inoltre meno esposte alla volatilità tipica dei mercati in fase di transizione geopolitica. Alcuni gestori vedono nei titoli obbligazionari una copertura utile, specie per bilanciare esposizioni più aggressive su titoli ciclici o legati a eventi macro.

Scenari politici e reazioni dei mercati finanziari

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza USA ha avuto effetti rilevanti anche sul fronte NATO. Secondo Reuters, Paesi come Italia e Spagna hanno espresso riserve sull’obiettivo del 5 %, cercando soluzioni contabili per non pesare eccessivamente sui bilanci pubblici. L’Italia, in particolare, punta a inserire spese già programmate sotto la voce «difesa strategica», evitando aumenti netti ma formalmente rispettando l’obiettivo. Queste dinamiche politiche rendono il timing degli investimenti ancora più rilevante.

Dai dati raccolti nel primo semestre 2025 emerge che l’indice europeo dei titoli della difesa ha guadagnato il 49 %. Tuttavia, secondo gli analisti di RBC e Deutsche Bank, ci sono ancora margini per ulteriori rivalutazioni, soprattutto per aziende già integrate nei progetti di modernizzazione NATO. Airbus, Safran, Lockheed Martin e General Dynamics restano sotto osservazione. Parallelamente, i metalli strategici e i bond a breve termine rappresentano una componente essenziale nei portafogli bilanciati che puntano a diversificare l’esposizione pur mantenendo un legame con la macroeconomia della difesa.

In un’epoca di forti pressioni geopolitiche, la combinazione di asset legati alla difesa, alle infrastrutture militari e alla stabilità obbligazionaria potrebbe rappresentare una sintesi operativa per affrontare il nuovo ciclo di investimenti pubblici strategici a livello globale.

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