Il whisky non è più solo una questione di gusto, ma anche di strategia finanziaria. Con bottiglie vendute a oltre 2 milioni € e performance decennali superiori al 400%, il mercato dei whisky rari attira sempre più investitori. In un contesto di tassi d’interesse in discesa, il distillato scozzese diventa un’alternativa concreta per diversificare il portafoglio.
Il mondo degli investimenti si sta aprendo a nuove forme di asset, e una di queste è senza dubbio il whisky da collezione. In un’epoca in cui la volatilità finanziaria spinge a cercare beni tangibili e non correlati ai mercati tradizionali, le bottiglie rare rappresentano una risorsa concreta. Secondo Rare Whisky 101, l’indice Apex 1000, che monitora le 1.000 bottiglie più pregiate, ha registrato una crescita del 418% tra il 2013 e il 2023. Questo andamento riflette una tendenza ben precisa: la domanda di whisky raro è in forte espansione, alimentata da distillerie storiche, produzioni limitate e chiusure ormai leggendarie.

L’interesse non riguarda solo le bottiglie. Le cask, ovvero botti non ancora imbottigliate, stanno attirando investitori alla ricerca di rendimento nel tempo. Secondo WhiskyPartners e Vint.co, il rendimento medio annuale delle cask può arrivare al 12%, con punte anche superiori. Alcuni casi sono diventati iconici, come quello di Roger Parfitt che, acquistando due cask di Macallan e Tobermory nel 1994 per 4.700 £, ha rivenduto tutto nel 2021 per 225.000 £, segnando un guadagno del 4.700%.
Le bottiglie che hanno fatto la storia del collezionismo
Nel novembre 2023, una bottiglia di Macallan Valerio Adami 1926 è stata venduta all’asta per 2,1 milioni £ da Sotheby’s, diventando il whisky più costoso mai venduto al mondo. La versione “Fine & Rare” della stessa annata aveva raggiunto 1,9 milioni $ nel 2019, mentre un esemplare con etichetta disegnata da Michael Dillon era stato battuto a 1,2 milioni £ già nel 2018.
Altre vendite da record includono il Macallan Intrepid, una bottiglia da 311 litri, aggiudicata per 1,38 milioni $, e la collezione Dalmore Decades No. 6, sei bottiglie rare vendute per 1,24 milioni $. Anche l’Irlanda ha fatto il suo ingresso tra i record, con The Emerald Isle, un single malt da 30 anni venduto nel 2024 per 2,8 milioni $, secondo quanto riportato da PR Newswire.

Questi numeri mostrano come il mercato del whisky non sia solo una moda passeggera, ma un settore con dinamiche consolidate. Le bottiglie non vengono più valutate solo per il loro contenuto, ma per il design, la storia e la rarità. La combinazione di questi fattori determina il valore di mercato e la loro crescita nel tempo.
Il rallentamento del 2024 e le prospettive future
Secondo il Financial Times, nel 2024 il settore ha registrato un rallentamento significativo: le vendite di bottiglie sopra le 1.000 £ sono calate del 40% in valore e del 34% in volume. Mark Littler, esperto del settore, ha parlato di “correzione salutare”, utile a eliminare le speculazioni e consolidare un mercato più maturo. Nonostante questo, l’indice Rare Whisky ha guadagnato il 564% in dieci anni, come riportato da Knight Frank.
I motivi della frenata sono molteplici: inflazione globale, dazi sulle esportazioni e un ritorno alla normalità dopo i picchi pandemici. Tuttavia, alcuni accordi internazionali, come quello tra Regno Unito e India, potrebbero riaprire scenari favorevoli, soprattutto per il whisky scozzese.
In questo contesto, il whisky resta un asset da investimento che, pur non esente da rischi, continua a offrire opportunità per chi sa leggere le tendenze e comprendere il valore dietro ogni etichetta.