Il crollo peggiore in 52 anni: 5 motivi per cui il dollaro USA potrebbe vivere una fase mai vista prima

Il dollaro USA ha vissuto nei primi sei mesi del 2025 il peggior inizio d’anno dal 1973, perdendo oltre il 10% rispetto a un paniere di valute globali. Le decisioni politiche dell’amministrazione Trump, il massiccio incremento del debito federale e i timori sull’indipendenza della Federal Reserve stanno riscrivendo gli equilibri finanziari mondiali. Il ruolo del biglietto verde appare oggi meno solido rispetto al passato.

Secondo fonti come Bloomberg, Financial Times e Barron’s, il dollaro ha registrato una performance storicamente negativa a causa di un mix di politiche protezionistiche, spesa pubblica fuori scala e crescenti tensioni istituzionali. L’approvazione di un piano di spesa da 3,3 trilioni di $ ha suscitato forti dubbi tra investitori e agenzie di rating, che temono un deterioramento del bilancio federale. Parallelamente, l’introduzione di dazi su importazioni chiave da partner strategici come Canada, Messico e Unione Europea ha danneggiato la percezione della stabilità commerciale americana.

dollaro crollo epocale
Il crollo peggiore in 52 anni: 5 motivi per cui il dollaro USA potrebbe vivere una fase mai vista prima – crypto.it

Questo contesto ha favorito una progressiva dedollarizzazione nei commerci globali, alimentata anche dalla diffusione di valute digitali e stablecoin. Secondo Reuters, numerose banche centrali stanno diversificando le proprie riserve valutarie, riducendo l’esposizione al dollaro e incrementando quella verso euro, yuan e oro. Una tendenza che potrebbe segnare un cambio strutturale nei mercati valutari globali.

Politiche economiche e spesa pubblica fuori controllo

La nuova stagione politica inaugurata da Donald Trump ha introdotto una strategia commerciale improntata al protezionismo. Come riportato da Financial Times, le tariffe imposte su diversi beni di importazione hanno innalzato i costi per aziende e consumatori statunitensi, causando una reazione negativa nei mercati valutari. A questo si aggiunge il maxi pacchetto di spesa pubblica da 3,3 trilioni di $, destinato a finanziare progetti infrastrutturali e programmi di sicurezza nazionale. Gli analisti di Bloomberg segnalano che questo intervento ha fatto lievitare le previsioni di deficit oltre il 7% del PIL per il 2025, con inevitabili ripercussioni sulla percezione di rischio legata al dollaro.

polita economica dollaro
Politiche economiche e spesa pubblica fuori controllo – crypto.it

La conseguenza più visibile è stata la vendita massiccia di Treasury da parte di investitori esteri, che ha spinto verso il basso il valore della moneta americana. Le preoccupazioni fiscali e la crescente difficoltà nel contenere l’indebitamento pubblico hanno ridotto la fiducia nel sistema economico statunitense, spingendo molti attori globali a riconsiderare il dollaro come valuta di riserva primaria.

Fiducia nella Federal Reserve e l’avanzata delle valute digitali

Un altro elemento determinante è il rapporto conflittuale tra la Casa Bianca e la Federal Reserve. Il presidente Trump ha criticato ripetutamente il governatore Jerome Powell, arrivando a minacciare la nomina di un “shadow chair” per influenzare le scelte della banca centrale, come riportato da Barron’s. Questo tipo di interferenze ha generato forti dubbi sull’autonomia dell’istituzione monetaria americana. Secondo Reuters, l’eventualità di un taglio dei tassi sotto il 4,5% potrebbe accentuare ulteriormente la pressione sul dollaro, già indebolito da dinamiche macroeconomiche negative. Intanto, cresce il peso delle stablecoin ancorate al dollaro, come USDC e USDT, che pur rafforzando l’uso della valuta nei mercati digitali, rappresentano una sfida diretta alla capacità di controllo monetario della Fed. Alcuni analisti, come Amundi, avvertono che una diffusione eccessiva di questi strumenti potrebbe minacciare l’equilibrio del sistema dei pagamenti internazionali, favorendo una frammentazione finanziaria più marcata. In parallelo, l’espansione delle CBDC (valute digitali emesse da banche centrali) in Asia e in Europa contribuisce a ridurre la centralità del dollaro negli scambi globali. Un processo che, pur essendo graduale, potrebbe ridefinire il panorama valutario internazionale nei prossimi anni.

Gestione cookie