Perdere il portafoglio con dentro la carta di credito e ritrovare il conto con 1.000 euro in meno, la banca ha colpa dell’accaduto?
Nel portafoglio c’è tutta la propria vita, dalla carta di identità alla patente, dalla tessera sanitaria alle certe di credito o debito. Perderlo significherebbe solo guai oltre che veder sparire i soldi contenuti all’interno. I malintenzionati, poi, potrebbero usare le carte per accedere al conto e prelevare denaro.

Scatta il panico non appena ci si accorge che il portafoglio è stato rubato. Non tanto per i soldi persi – ormai non si gira più con molti contanti – ma per il furto dei documenti di identità e delle carte di credito. Bisognerebbe subito fare la denuncia ai Carabinieri per comunicare che qualcun altro potrebbe usare la nostra identità e chiamare la banca per bloccare la carta.
Oggi grazie all’home banking la procedura è semplice è veloce. C’è una sezione nell’app o nel sito della banca dedicata proprio al blocco della carta e conseguente richiesta di una nuova card. Se nonostante questa prontezza nel bloccare l’uso della carta i malintenzionati dovessero riuscire a prelevare soldi dal nostro conto si potrebbe chiedere un risarcimento alla banca?
Soldi rubati dal conto dopo il blocco della carta
Il caso che spiega quando il risarcimento è possibile ha come protagonista un cittadino che dopo il furto del portafoglio si è visto rubare 1.000 euro dal conto corrente prima di bloccare la carta di credito. Visto che la banca ha rifiutato il rimborso, l’uomo si è rivolto all’Arbitro Bancario Finanziario per capire a chi imputare la responsabilità dell’accaduto.

Secondo la vittima nel portafoglio non c’era scritto da nessuna parte il PIN della carta avendolo salvato nel cellulare e non avendolo mai perso. Di conseguenza pensava di non aver colpa dell’accaduto e che il furto dal conto sia stato causato da una sicurezza inadeguata dell’istituto di credito. La banca dal canto suo ha precisato che il prelievo è stato effettuato inserendo il PIN corretto e tramite lettura del microchip e che nessuna anomalia è stata rilevata.
Sono passati, poi, solo 8 minuti tra il furto e il prelievo, altro segnale che il ladro fosse in possesso del PIN. Ecco perché l’ABF ha deciso di non accogliere la richiesta di rimborso del correntista, la colpa grave è imputabile al cliente della banca che sicuramente aveva carta di credito e PIN conservati insieme nel portafoglio. Non c’è altra spiegazione ad un prelievo così repentino e il cittadino ha pagato le conseguenze di un suo errore, conservare un dato sensibile così importante a portata di tutti.