Quanto può cambiare in sette anni una scelta d’investimento? Con 10 mila euro e tre BTP sul tavolo, il tempo inizia a pesare. Tra numeri e reazioni del mercato, ogni titolo racconta una storia diversa. Rendimenti, duration, cedole: la matematica sembra dire tutto, ma spesso è ciò che non si vede subito a fare davvero la differenza. E quando si confrontano strumenti simili per durata ma diversi per struttura, anche pochi decimali possono cambiare le carte in tavola. Sette anni possono passare in fretta, ma è oggi che si decide se quel tempo sarà stato ben speso.
I BTP a 7 anni sono diventati un’opzione concreta per chi cerca equilibrio tra stabilità e rendimento. Non occorrono strategie sofisticate per capirne il funzionamento, ma è importante leggere bene le condizioni. Cedole e rendimenti a scadenza non dicono tutto: prezzo d’acquisto, ratei e durata modificata contribuiscono a delineare un profilo più chiaro di ogni titolo. In questo scenario, anche una differenza dello 0,1% può contare più di quanto sembri.

Tre titoli, stesso orizzonte temporale ma caratteristiche ben distinte. Il confronto diretto permette di capire non solo quanto si guadagna, ma anche quali rischi si corrono. E la vera domanda non è solo quale renda di più, ma quale offra il miglior rapporto tra stabilità e redditività. Perché il guadagno netto non è l’unico fattore da valutare.
Numeri a confronto: rendimenti e sensibilità ai tassi
Il BTP TF 1.65% MZ32 ha un prezzo di riferimento basso (92,39), il che significa rendimento netto più alto (2,71%) rispetto alla cedola nominale. La duration modificata è di 6,11, contenuta, quindi meno sensibile ai movimenti dei tassi. Il rateo netto è 0,48255.

Il BTP TF 3.25% LG32, con prezzo sopra la pari (101,31), offre cedole più ricche ma un rendimento netto leggermente inferiore (2,65%). La duration di 6,13 è molto simile alla precedente. Il rateo netto è più alto: 0,53419. Chi punta su flussi regolari potrebbe preferirlo, anche se la rivalutazione finale è più contenuta.
Infine, il BTP TF 2.5% DC32 ha un prezzo intermedio (96,4) e il rendimento netto più alto tra i tre: 2,72%. Ha anche la duration modificata più elevata (6,59), quindi reagisce di più ai cambiamenti dei tassi. Il rateo netto è più basso (0,18528), quindi meno impatto sul prezzo d’acquisto.
Tutti e tre offrono opportunità diverse: rendimento, flusso cedolare o equilibrio tra i due. Dipende dall’obiettivo e dalla tolleranza al rischio. In un contesto di tassi incerti, anche un decimo di punto può fare la differenza tra un buon investimento e uno solo apparentemente tale.
Riflessioni oltre i numeri: quale equilibrio cercare?
Osservare la duration modificata aiuta a capire quanto un titolo “soffre” quando i tassi salgono o scendono. MZ32 e LG32 restano relativamente stabili, mentre DC32 è più reattivo. Questo parametro tecnico va sempre messo accanto al rendimento effettivo netto: più si alza uno, più si abbassa l’altro, nella maggior parte dei casi.
A parità di scadenza, ciò che cambia è la combinazione tra cedole e prezzo. Investire oggi 10 mila euro può dare risultati molto diversi a seconda della struttura del titolo. È una questione di scelta: regolarità o ottimizzazione finale? Forse la vera risposta sta nella strategia personale, più che nei decimali.