Due banche, due strategie, un unico obiettivo: ridefinire il panorama del credito in Italia. BPER Banca e Banca MPS sono oggi protagoniste di operazioni strategiche che potrebbero trasformare il settore bancario nazionale. Analizzando multipli, dividendi e trend tecnici, emergono differenze sostanziali che offrono uno spaccato su due realtà molto diverse, ma entrambe centrali nel processo di consolidamento bancario.
Negli ultimi mesi il riassetto del sistema bancario italiano ha visto emergere due nomi ricorrenti: BPER Banca e Banca Monte dei Paschi di Siena. Entrambe coinvolte in operazioni straordinarie, hanno attirato l’attenzione degli analisti per il loro potenziale impatto sul mercato. Da un lato, BPER ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su Popolare di Sondrio, raggiungendo adesioni del 19,98 % al 30 giugno, come riportato da Il Sole 24 Ore.

Dall’altro, MPS ha ottenuto il via libera della BCE per procedere con l’acquisizione di Mediobanca, operazione che tuttavia è sotto osservazione della Commissione Europea e della Procura di Milano. In questo contesto, le azioni bancarie italiane si trovano al centro di un gioco strategico più ampio che coinvolge governance, dividendi e aspettative di mercato. L’analisi comparata tra i due titoli offre spunti interessanti per chi osserva il settore da vicino.
Multipli e dividendi a confronto tra BPER e MPS
Secondo i dati di TipRanks e StockAnalysis, i principali indicatori fondamentali mostrano un vantaggio per BPER in termini di valutazione: il suo rapporto Prezzo/Utile è intorno a 7,5×, ben al di sotto della media del settore, mentre per MPS si attesta a circa 22×. Anche il Price/Book è favorevole a entrambe, con valori inferiori a 1 (BPER a 0,9×, MPS tra 0,74 e 0,89×), suggerendo potenziale di valorizzazione patrimoniale.
Dal punto di vista della redditività, MPS segna un ROE stimato intorno al 17 %, superiore al 12,6 % di BPER. Tuttavia, questa performance si accompagna a un maggiore livello di incertezza, legato alle recenti indagini regolatorie.

Sul fronte della remunerazione degli azionisti, BPER offre un dividend yield del 6,9 %, distribuito regolarmente negli ultimi cinque anni, mentre MPS ha ripreso le distribuzioni solo nel 2024, con un dividendo di 0,86 € e un rendimento del 10,1 %. Considerando l’assenza di cedole per oltre un decennio, il rendimento medio quinquennale per MPS risulta quindi meno stabile rispetto a quello di BPER.
Target price, raccomandazioni e analisi tecnica
Secondo i dati di TipRanks, le valutazioni degli analisti riflettono differenze marcate. Per BPER, il target price medio è fissato a 9,00 €, con un range tra 8,90 € e 9,10 €, indicando un potenziale di rialzo del +18,5 % rispetto al prezzo attuale di circa 7,60 €. Per MPS, il prezzo obiettivo medio è 8,43 €, con una forchetta compresa tra 7,70 € e 9,70 €, equivalente a un potenziale del +16,7 % rispetto ai 7,22 € correnti.
Entrambi i titoli mostrano segnali tecnici favorevoli su base settimanale. Le medie mobili a 50 e 200 giorni sono tutte al di sotto dei prezzi attuali, indicando un trend positivo in corso. L’RSI per entrambi oscilla attorno a 50, suggerendo una condizione di equilibrio, né ipercomprato né ipervenduto. Tuttavia, MPS presenta una volatilità maggiore, con un beta superiore a 1, il che la rende più sensibile agli shock di mercato.
In sintesi, mentre BPER si muove con continuità e stabilità operativa, MPS è coinvolta in manovre più aggressive e soggetta a variabili istituzionali. Entrambe le banche giocano un ruolo chiave nel disegno del nuovo assetto bancario italiano, ma con approcci e prospettive profondamente differenti.