I prezzi del rame restano sotto pressione nel breve termine, ma secondo UBS potrebbero registrare un’importante ripresa nei prossimi mesi. Il metallo rosso, centrale per la transizione energetica, beneficia di stime rialziste e di un deficit strutturale crescente.
Negli ultimi tempi, l’andamento dei metalli di base ha risentito delle incertezze geopolitiche e della prudenza delle banche centrali. Tuttavia, il rame si conferma una delle materie prime più interessanti per il medio-lungo periodo, sia per ragioni cicliche che strutturali. Il quadro delineato da UBS si inserisce in un contesto dove domanda, offerta e investimenti in infrastrutture green potrebbero riscrivere le sorti del mercato.

Per chi investe in commodities, analizzare i trend globali diventa cruciale, soprattutto considerando il potenziale che questo metallo offre nel campo dell’elettrificazione e delle tecnologie emergenti.
Outlook sul rame: le previsioni di UBS e gli scenari di mercato
UBS ha recentemente aggiornato le proprie previsioni sul rame, suggerendo cautela nel brevissimo termine ma fiducia per il futuro. La banca svizzera consiglia di “vendere la volatilità” nella fascia compresa tra 8.850 $ e 9.150 $ a tonnellata, per poi rientrare su eventuali correzioni. Secondo le loro stime, il prezzo potrebbe raggiungere 11.000 $ nei prossimi 12-18 mesi grazie al ritorno della domanda e alla limitata crescita dell’offerta. L’elemento chiave è il deficit strutturale: UBS prevede un gap tra domanda e offerta compreso tra 200.000 e 390.000 tonnellate già nel biennio 2024-2025.

Anche altri analisti condividono una visione positiva. Citi e Bank of America, per esempio, ritengono che nel medio periodo il rame potrebbe superare i 12.000 $ in scenari ottimistici, spinto dall’elettrificazione dell’economia e dalla domanda proveniente da data center, infrastrutture e auto elettriche. Il supporto tecnico a 8.500 $ resta cruciale, mentre una rottura della resistenza a 9.300 $ potrebbe innescare un’accelerazione. L’interesse per strumenti come l’ETC UBS Bloomberg CMCI Copper è cresciuto, grazie alla possibilità di esporsi su una materia prima con forti fondamentali.
Domanda futura, investimenti e rischi da monitorare
Il rame è diventato sinonimo di “metallo della transizione” per la sua centralità nelle reti elettriche, nei pannelli solari e nei veicoli elettrici. Tuttavia, la scarsità di nuovi progetti minerari e le difficoltà regolatorie stanno limitando l’espansione dell’offerta. UBS sottolinea che, in assenza di investimenti adeguati, il deficit potrebbe aggravarsi ulteriormente già dal 2025. Nel frattempo, il rallentamento cinese e i dubbi sulla politica monetaria USA mantengono elevata la volatilità a breve.
La strategia suggerita è quella di costruire esposizioni progressive sul rame, cogliendo eventuali cali come opportunità. I fondamentali restano solidi: secondo Investing.com, il bilancio domanda/offerta globale si indebolirà ancora nel 2025. Tuttavia, gli analisti mettono in guardia da eccessivo ottimismo, specie se la stretta monetaria dovesse protrarsi o la domanda industriale rallentare più del previsto. Per chi guarda oltre la volatilità, però, il rame resta una scommessa con margini interessanti.