Multa da oltre 3.000 euro solo per aver guidato l’auto di un amico

Un gesto semplice come prestare o prendere in prestito un’auto può nascondere più rischi di quanto si immagini. Cosa succede se si viene fermati alla guida di un veicolo non proprio? Esistono limiti di tempo, obblighi formali e perfino multe salate che in pochi conoscono davvero.

La legge non lascia spazio all’improvvisazione, e anche un favore innocente può trasformarsi in una seccatura legale. Una clausola assicurativa, una dimenticanza burocratica o una convivenza non dichiarata possono cambiare completamente le carte in tavola. Chi pensa che basti avere la patente potrebbe sbagliarsi di grosso. E quando le forze dell’ordine fermano per un controllo, è troppo tardi per rimediare.

Persona alla guida
Multa da oltre 3.000 euro solo per aver guidato l’auto di un amico-crypto.it

Prestare l’auto a qualcuno o riceverla in uso, anche solo per qualche giorno, è una consuetudine diffusa, soprattutto tra amici e familiari. Spesso si agisce con leggerezza, dando per scontato che basti avere la patente in regola per essere autorizzati a guidare. Ma esistono norme precise che regolano queste situazioni, e non tenerne conto può costare caro. C’è chi si ritrova a pagare multe di centinaia di euro, o addirittura a dover affrontare il ritiro della carta di circolazione. Tutto dipende da quanto dura il prestito, da chi è il proprietario e da dove risiede chi guida. E dietro ogni dettaglio si nasconde una possibile complicazione.

Prestare l’auto o usarne una non intestata: attenzione ai limiti, perché la legge non perdona

Chi guida un’auto intestata a un’altra persona deve sapere che non sempre è sufficiente avere una patente valida. L’articolo 94 del Codice della Strada stabilisce che, se si utilizza il veicolo per più di 30 giorni consecutivi, è obbligatorio comunicare il cambio di conducente alla Motorizzazione Civile, compilando un apposito modulo. Questa regola vale per tutti coloro che non fanno parte del nucleo familiare del proprietario, inclusi amici e parenti non conviventi.

Auto polizia
Prestare l’auto o usarne una non intestata: attenzione ai limiti, perché la legge non perdona-crypto.it

Al contrario, chi convive con il titolare del veicolo, ad esempio partner, figli o genitori, può guidarlo liberamente e senza limiti di tempo, poiché la convivenza risulta già registrata nei sistemi anagrafici. Ma attenzione: se il figlio o il fratello vive altrove, anche se è un parente stretto, il vincolo decade e subentrano le regole del prestito oltre i 30 giorni.

Una soluzione per evitare complicazioni è il comodato d’uso gratuito: un accordo scritto che autorizza formalmente l’utilizzo del veicolo da parte di un’altra persona. Questo va registrato presso la Motorizzazione, altrimenti si rischia una sanzione amministrativa tra i 705 e i 3.526 euro, oltre al ritiro immediato della carta di circolazione. Un prezzo davvero alto per un gesto che, spesso, nasce dalla semplice cortesia.

Le vere conseguenze legali e assicurative di guidare un’auto altrui: quando il favore diventa un rischio

Anche l’assicurazione gioca un ruolo fondamentale quando si guida un’auto non propria. Molte polizze prevedono limitazioni alla guida da parte di terzi, o impongono la dichiarazione del conducente abituale. Se queste condizioni non sono rispettate, in caso di incidente, la compagnia potrebbe rifiutare il risarcimento o applicare penali molto elevate. Il proprietario dell’auto potrebbe quindi trovarsi a dover coprire i danni di tasca propria, anche se non era lui alla guida.

Inoltre, dopo un sinistro, il premio assicurativo potrebbe aumentare anche se la colpa è di chi ha preso in prestito il veicolo. La compagnia, infatti, valuta il rischio in base al proprietario del mezzo, e un incidente può compromettere il suo profilo assicurativo per anni. Se poi emergono violazioni della legge, come la mancata comunicazione del comodato o l’uso non autorizzato, le conseguenze possono essere ancora più gravi.

Nel caso di neopatentati, le regole sono ancora più restrittive. Chi ha la patente da meno di un anno può guidare solo auto con un rapporto peso/potenza specifico, e superare questo limite, anche per pochi cavalli, può comportare sanzioni automatiche. L’auto magari non è la propria, ma la responsabilità resta tutta sulle spalle di chi guida.

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