Una semplice chiamata può trasformarsi in un incubo lavorativo: ecco come evitare il peggio

Una telefonata può sembrare innocua, ma fuori dall’orario di lavoro può nascondere insidie legali, tensioni quotidiane e un malessere che spesso non viene ascoltato. Quando il confine tra ufficio e vita privata si sfuma a colpi di squilli e notifiche, si entra in un terreno delicato dove diritti e doveri rischiano di confondersi.

Sempre più persone si ritrovano a rispondere per abitudine, per timore o semplicemente per rassegnazione. Ma cosa accade quando quel gesto, così piccolo, diventa un obbligo? E cosa succede se si decide di non rispondere più? Le sentenze parlano chiaro, e non sempre chi pensa di agire nel giusto è davvero tutelato dalla legge.

Persona al telefono
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Ci sono momenti che dovrebbero restare intoccabili. La cena con i figli, un pomeriggio libero, la domenica mattina senza sveglia. Eppure, anche in quei momenti, il telefono suona. Non è un errore. È il lavoro che si infiltra. Alcuni pensano che basti ignorare la chiamata. Altri, invece, temono le conseguenze. Perché quando la mancata risposta diventa pretesto per pressioni o sanzioni, il problema non è solo personale, ma strutturale. Molti contratti non dicono nulla sull’obbligo di reperibilità, ma il silenzio spesso si trasforma in pretesa. E chi prova a difendere il proprio tempo si ritrova a giustificarsi. In questa zona grigia, a fare chiarezza sono i giudici.

Quando la legge mette un freno: cosa succede davvero se non si risponde alle chiamate fuori orario

Il tema della telefonata fuori orario di lavoro è arrivato più volte davanti ai tribunali. Le corti, italiane ed europee, hanno spesso ribadito un concetto semplice: il tempo libero è un diritto, non una concessione. In particolare, una recente sentenza della Corte di Cassazione francese ha posto l’accento su un aspetto cruciale: nessun lavoratore è tenuto a rispondere dal proprio telefono personale se non è previsto da contratto.

Martello giudice
Quando la legge mette un freno: cosa succede davvero se non si risponde alle chiamate fuori orario-crypto.it

Nel caso specifico, pur confermando il licenziamento del dipendente per altri motivi, la corte ha definito illegittima la sanzione relativa alla mancata risposta fuori orario.

Anche in Italia, la giurisprudenza si è mossa nella stessa direzione. Quando non esiste un accordo chiaro sulla reperibilità, il dipendente ha tutto il diritto di staccare. E le eventuali punizioni per la mancata disponibilità possono essere contestate. Questo vale durante ferie, permessi, malattia o anche durante il normale riposo quotidiano. L’interesse dell’azienda non può superare il diritto al benessere psico-fisico del lavoratore. Ma spesso la realtà aziendale è ben diversa: la reperibilità diventa abitudine, e l’abitudine si trasforma in dovere, e a volte, in un vero incubo.

Obblighi contrattuali e contesti speciali: quando la reperibilità è legittima ma va regolata con attenzione

Ci sono casi, però, in cui il dovere di essere reperibili è stabilito per contratto. In queste situazioni, non si tratta più di una forzatura, ma di un impegno formalizzato. Tuttavia, anche in presenza di clausole chiare, le richieste devono rispettare logiche di equilibrio: orari precisi, compensi adeguati, pause garantite. Il tempo reperibile è comunque lavoro, e come tale deve essere trattato. Nessuna disponibilità può essere data per scontata.

E ci sono settori, come le Forze dell’Ordine o il personale sanitario, dove la disponibilità fuori orario è parte integrante della professione. Ma anche in questi casi, le richieste devono essere proporzionate. Se la chiamata arriva sul telefono personale, senza indicazioni chiare né urgenza reale, si entra in un’area problematica. L’uso del proprio dispositivo per comunicazioni di servizio non può diventare la norma. E l’abuso, se ripetuto, può sfociare in comportamenti scorretti da parte del datore di lavoro.

Il messaggio è chiaro: serve una cultura aziendale che riconosca i limiti. Perché dietro ogni squillo fuori orario c’è una persona, non solo un ruolo.

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