Leonardo è stato il titolo più volatile della settimana, mentre Generali ha mostrato la stabilità più marcata tra le blue chip italiane. Due filosofie di investimento diverse, tra chi cerca slancio e chi preferisce solidità. Ma quale dei due titoli potrebbe offrire le opportunità migliori nel medio-lungo periodo?
Nel mondo degli investimenti, la volatilità non è sempre un segnale negativo. A volte rappresenta un’occasione per chi sa cogliere i momenti giusti, mentre in altri casi è la stabilità a essere preferita per costruire valore nel tempo. È esattamente questo il confronto che mette a nudo le differenze tra Leonardo e Generali: due titoli apparentemente distanti, ma entrambi strategici per chi desidera diversificare il portafoglio. La prima, attiva nel settore difesa e tecnologia, è reduce da settimane movimentate tra notizie di ordini e rinnovate partnership.

La seconda, colosso dell’assicurazione europea, punta su un modello di business difensivo e su dividendi stabili. Ma dietro l’apparenza, ci sono numeri, multipli di mercato e proiezioni tecniche che possono ribaltare le impressioni.
Mentre Leonardo corre tra resistenze e notizie settoriali, Generali consolida la sua posizione con rating positivi e una cedola generosa. Entriamo nel dettaglio per capire quale delle due azioni possa rivelarsi più interessante nel medio-lungo termine.
Leonardo: crescita tecnologica con margini di rischio
Leonardo ha mostrato una volatilità elevata questa settimana, toccando livelli di oscillazione giornaliera superiori al 3%. Gli analisti di TipRanks indicano un target medio di 53,10 €, con un potenziale upside del +15% rispetto al prezzo attuale di circa 46 €. Il target massimo arriva a 60 €, mentre il minimo si ferma a 48,40 €. Secondo ChartMill, l’analisi tecnica è mista: MACD positivo, ma RSI vicino a 43 indica incertezza. Il titolo resta sotto le medie mobili di breve periodo, suggerendo cautela nel breve termine.

Sul piano fondamentale, Leonardo presenta un P/E di 24×, piuttosto elevato, contro un P/B di appena 0,65× che riflette una bassa valorizzazione patrimoniale. Il P/FCF è interessante, intorno a 8,9×, con ROE a 18,6% e ROA a 4,9%. Margini lordi e generazione di cassa buoni, anche se il dividendo è contenuto: 0,31 € per azione, pari a un dividend yield dell’1%.
Il profilo resta quello di un titolo growth ad alta esposizione ciclica e geopolitica, consigliato a chi ha orizzonti lunghi e tolleranza alla volatilità.
Generali: solidità assicurativa e dividendi interessanti
Generali ha registrato la volatilità più bassa del listino, con oscillazioni inferiori all’1,3%. Il prezzo si è mosso in un range stretto tra 29,90 € e 30,10 €, evidenziando un comportamento difensivo ideale per gli investitori a basso profilo di rischio. Il target medio degli analisti, secondo MarketScreener, è di 32,12 €, con massimo a 38,50 € e minimo a 25 €. L’upside potenziale si attesta intorno al +7%, moderato ma stabile.
I multipli supportano la solidità: P/E di circa 12×, P/B a 1,37× e EV/EBITDA intorno a 10×. Il ROE è al 12,2%, l’EBITDA margin al 13,9% e il free cash flow margin supera il 27%. I dati evidenziano un’ottima efficienza operativa, come confermato dall’upgrade di Moody’s a outlook positivo.
Il dividendo si conferma uno dei punti forti: 1,43 € per azione, con un rendimento atteso del 4,7% e una distribuzione regolare da oltre cinque anni. Il payout ratio attorno al 53% garantisce sostenibilità della cedola anche in fasi di stress di mercato.
In sintesi, Generali è un titolo ideale per strategie conservative orientate al rendimento stabile, con esposizione limitata alla volatilità di breve termine.