Brutta sorpresa per chi ha un reddito da locazione e ha fatto richiesta di pensione di reversibilità. Potrebbe avere un taglio sull’assegno.
La perdita del coniuge o di una persona casa è una tragedia che segna profondamente nell’animo. Oltre al dolore per l’assenza bisognerà fare i conti con le questioni burocratiche ed economiche. Se il defunto era colui o colei da cui dipendevano le entrate familiari sarebbe un duro colpo perdere la certezza economica. Fortunatamente c’è la pensione di reversibilità ad aiutare.

In Italia la pensione di reversibilità è lo strumento che sostiene economicamente i superstiti di un pensionato deceduto. L’assegno viene erogato al coniuge, ai figli e ad altri parenti a carico del de cuius prima della morte in percentuale diversa in base al grado di parentela e al numero dei superstiti.
La quota della pensione che prendeva in vita il pensionato sarà del 60% per il solo coniuge superstite, dell’80% per il coniuge con un figlio, del 100% per il coniuge con due o più figli, del 70% per un figlio e del 15% per gli altri familiari aventi diritto. La reversibilità va richiesta all’INPS tramite domanda telematica e la decorrenza scatterà dal primo giorno del mese successivo al decesso. Bisogna sapere che la quota spettante può subire delle riduzioni.
Come si riduce la reversibilità con il reddito da locazione
Le riduzioni sulla reversibilità scattano per questioni reddituali. Superando determinati limiti la normativa prevede dei tagli sull’importo. Nel conteggio dei redditi per stabilire se il superamento di queste soglie avviene o meno si calcola anche il reddito da locazione di un immobile.

I tagli previsti sono del 25% con reddito superiore a tre volte il minimo INPS ossia a 23.579,22 euro fino a 31.438,96 euro, del 40% rimanendo entro 39.298,70 euro e del 50% sopra i 39.298,70 euro. Per capire quale sarà l’importo spettante bisogna calcolare il reddito complessivo – esclusa la reversibilità – e applicare il taglio. Come detto gli affitti vanno conteggiati, la cedolare secca non evitare la riduzione della reversibilità.
Pure se il reddito da locazione è tassato separatamente, infatti, secondo la normativa va considerato comunque nel calcolo del reddito totale del beneficiario al fine di conteggiare la pensione di reversibilità. A causa di un affitto con o senza cedolare secca, quindi, le soglie reddituali stabilite dalla Legge potrebbero essere superate e comportare un taglio dell’assegno secondo le percentuali prima elencate. Chi ha fatto richiesta di reversibilità e possiede un immobile in affitto dovrà aspettarsi decurtazioni superando i 23.579,22 euro di reddito.