480 trilioni di motivi per cui Google sembrerebbe ancora il migliore nel mondo AI rispetto a ChatGPT e Microsoft

Google starebbe davvero perdendo terreno a favore di ChatGPT? Una domanda che si fa sempre più insistente tra analisti e investitori, soprattutto dopo la pubblicazione dell’ultimo report Barclays. Ma mentre l’intelligenza artificiale di OpenAI guadagna popolarità, il colosso di Mountain View sembra avere numeri e strategie che raccontano una realtà molto diversa da quella immaginata.

Nelle ultime settimane, i riflettori si sono puntati sull’effettiva resilienza del core business di Google, in particolare sul fronte della ricerca online. Il rapporto di Barclays ha stimato che Alphabet processa circa 480 trilioni di token AI al mese, un volume sei volte superiore rispetto ai 100 trilioni gestiti da Microsoft Azure. Per confronto, ChatGPT elabora circa 4 trilioni di token al mese, secondo le stime più recenti basate sul numero di richieste giornaliere e parole generate.

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480 trilioni di motivi per cui Google sembrerebbe ancora il migliore nel mondo AI rispetto a ChatGPT e Microsoft – crypto.it

Questo evidenzia come la capacità computazionale di Google nel settore dell’intelligenza artificiale sia nettamente superiore rispetto ai suoi principali concorrenti. A stupire è la portata di questi dati: si parla di un’operatività AI che sarebbe dalle cinque alle sei volte superiore rispetto a quella di Microsoft, e almeno sei volte maggiore rispetto alla rete di OpenAI. Tuttavia, questi numeri non sembrano pesare sui margini aziendali: i costi, pari a circa 750 milioni $ nel primo trimestre 2025, rappresenterebbero solo l’1 % dei ricavi di Search.

ChatGPT conquista utenti, ma Google regge il confronto

Se sul piano mediatico la crescita di ChatGPT appare inarrestabile, gli analisti ricordano che Google mantiene una posizione di forza. Secondo Business Insider, il motore di ricerca gestisce oltre 2 miliardi di utenti unici mensili, contro i 160 milioni di utenti attivi giornalieri di ChatGPT. Inoltre, il volume di ricerche su Google sarebbe in crescita, con un incremento del 20 % su base biennale che porta il totale a oltre 5 trilioni di query annuali. Anche strumenti come AI Overviews, Google Lens e Circle to Search stanno contribuendo ad ampliare le interazioni e l’engagement dell’utente.

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ChatGPT conquista utenti, ma Google regge il confronto – crypto.it

Barclays sottolinea che l’integrazione dell’<strong’intelligenza artificiale generativa all’interno dei servizi Google è “gestibile” e che i costi rimangono contenuti. Nonostante la crescita dell’elaborazione AI, l’impatto sui margini è stato minimo: solo l’1,4 % in termini di peso annualizzato, secondo le ultime stime.

Le valutazioni degli analisti e le prospettive per Alphabet

Molti analisti concordano sul fatto che, sebbene la pressione da parte dell’AI sia reale, Google stia difendendo con successo la propria quota di mercato. Reuters riporta che istituti come JPMorgan, Citi e Bank of America hanno alzato i target price di Alphabet fino a 195–200 $, confermando un outlook positivo. Anche Investing.com evidenzia che la monetizzazione tramite l’<strong’advertising integrato resta centrale e robusta, nonostante l’introduzione di risposte AI sintetiche che potrebbero ridurre i click tradizionali.

Non mancano però segnali da monitorare. Alcuni osservatori ipotizzano che la quota di mercato della ricerca online possa scendere sotto il 50 % nei prossimi cinque anni, spinta da regolamentazioni e crescente concorrenza. Tuttavia, la diversificazione di Alphabet – tra YouTube, Android, cloud e AI – rappresenta ancora oggi un elemento di forza. Progetti come Project Astra, Mariner e Veo dimostrano che Google non intende restare indietro nella corsa all’intelligenza artificiale.

Insomma, se da un lato l’AI generativa di OpenAI sfida la leadership di Google sul piano dell’innovazione, dall’altro Alphabet continua a dimostrare solidità nei conti, strategia e presenza di mercato.

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