Con un valore intrinseco del +40 % e un dividendo interessante, A2A potrebbe essere tra le scelte più sorprendenti del 2025

Tra buyback massicci, indicatori tecnici positivi e fondamentali solidi, A2A sembra oggi uno dei titoli italiani più trascurati e sottovalutati. Il mercato non sembra ancora aver pienamente incorporato il potenziale espresso dai suoi margini, dal dividendo in crescita e da una valutazione intrinseca che suggerisce un upside significativo rispetto ai livelli attuali.

A2A ha recentemente attirato l’attenzione degli investitori con l’acquisto di oltre 1 milione di azioni proprie, segnale di fiducia da parte del management e mossa strategica in un contesto di prezzi ancora bassi. Ma non è solo il buyback a far discutere. Con una quotazione compresa tra 2,33 € e 2,37 €, la multiutility lombarda mostra segnali di potenziale sottovalutazione sia sul piano fondamentale che tecnico. A confermarlo è il consensus degli analisti, che fissa il prezzo obiettivo medio tra 2,50 € e 2,55 €, con stime superiori che toccano i 2,60 € secondo TipRanks. In questo scenario, si parla di un potenziale rialzo dell’ordine del 12 % nei prossimi mesi.

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Con un valore intrinseco del +40 % e un dividendo interessante, A2A potrebbe essere tra le scelte più sorprendenti del 2025 – crypto.it

Dal punto di vista operativo, A2A ha mantenuto un focus forte su sostenibilità e transizione energetica. Il CEO Renato Mazzoncini ha ribadito in diverse occasioni la centralità delle rinnovabili per ridurre la dipendenza italiana dalle fonti estere. Questo approccio green si riflette anche in collaborazioni come quella con GBC Italia, orientate a rendere le città più resilienti. Tuttavia, ciò che sorprende maggiormente sono i numeri: P/E di 8,6, P/B vicino a 1,15 ed EV/EBITDA attorno a 6x, tutti valori ben al di sotto della media di settore, suggerendo una sottovalutazione reale.

Analisi tecnica e fondamentali: segnali in sinergia

Sul piano tecnico, A2A presenta una situazione bilanciata e interessante, specialmente nel time frame settimanale. Secondo TipRanks, la combinazione di medie mobili (8 su 12 in “Buy”) e oscillatori neutro-positivi come RSI (56), MACD e Williams %R, suggerisce una tendenza leggermente rialzista. Non si tratta di un’esplosione di momentum, ma di una base solida da cui il titolo potrebbe partire per un nuovo movimento ascendente. Anche il ROC e l’ADX mostrano segnali di rafforzamento, mentre il trend di lungo periodo resta impostato positivamente.

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Analisi tecnica e fondamentali: segnali in sinergia – crypto.it

Dal punto di vista fondamentale, i dati restano altrettanto interessanti. Il ritorno sul capitale (ROE) si aggira intorno al 15 %, quello sugli asset (ROA) al 4 %, con margine EBITDA intorno al 18 % e gross margin superiore al 25 %. Indicatori che, insieme a una struttura finanziaria solida, rafforzano l’idea di un’azienda redditizia e sottovalutata. Il valore intrinseco stimato da AlphaSpread è di circa 3,77 €, ovvero un +40 % rispetto alla quotazione attuale. Se anche solo una parte di questo potenziale venisse riconosciuta dal mercato, il titolo avrebbe margine per un rimbalzo significativo.

Dividendo e valutazioni: perché il mercato potrebbe rivalutare A2A

A2A ha mantenuto una politica di dividendo stabile e crescente. Nel 2025 lo stacco previsto è di 0,091 €, leggermente superiore rispetto ai 0,09 € dell’anno precedente. Questo corrisponde a un dividend yield attuale di circa 4,4 %, con una media quinquennale che si aggira intorno al 5,9 %. In un contesto di tassi ancora elevati e inflazione incerta, un rendimento così stabile e regolare rappresenta un fattore di attrattiva per gli investitori a lungo termine. Il payout resta prudente, attorno al 36 %, lasciando spazio a ulteriori incrementi futuri.

Gli analisti, intanto, sembrano confermare questa lettura. TipRanks riporta un consenso “Buy” netto, con 5 raccomandazioni positive e 2 “Hold”. MarketScreener fissa un target medio di 2,55 €, coerente con la media delle stime raccolte. Anche secondo i multipli EV/EBITDA (6,3x) e il PEG ratio, A2A appare posizionata favorevolmente rispetto alle altre utility italiane ed europee. Il titolo, quindi, potrebbe trovarsi in una fase di accumulo da parte degli investitori istituzionali, in attesa di una spinta catalizzatrice che ne riporti il valore a livelli più congrui.

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