Perché il petrolio potrebbe tornare a 100 $: la previsione sconvolgente di Goldman Sachs

Il recente calo delle quotazioni del petrolio dopo il picco causato dalle tensioni tra Israele e Iran ha riacceso l’interesse degli investitori. Secondo Goldman Sachs e Société Générale, lo scenario resta aperto a possibili risalite fino a 100 $ al barile. Ma cosa dicono davvero i dati tecnici e fondamentali? Un’analisi accurata può fare chiarezza.

Mentre molti operatori del mercato cercano segnali chiari tra le incertezze geopolitiche, le oscillazioni del prezzo del petrolio riflettono un equilibrio precario tra domanda e offerta. Dopo il rally innescato dalle tensioni in Medio Oriente, il prezzo ha subito un ritracciamento, ma secondo fonti autorevoli come Bloomberg e Reuters, il rischio di nuove fiammate resta sul tavolo. Analisti di Goldman Sachs parlano di una potenziale impennata fino a 100 $ al barile in caso di blocco dello Stretto di Hormuz, una rotta cruciale per l’export petrolifero mondiale. Anche Société Générale avverte che in caso di escalation militare i prezzi potrebbero superare le soglie attuali.

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Perché il petrolio potrebbe tornare a 100 $: la previsione sconvolgente di Goldman Sachs – crypto.it

Un parere condiviso in parte da Citi, che però sottolinea come l’attuale produzione globale sia in grado di compensare eventuali cali regionali. In questo contesto, l’attenzione degli investitori si concentra anche sui segnali provenienti dai mercati asiatici e dalle riserve strategiche statunitensi, che potrebbero giocare un ruolo importante nel contenere eventuali impennate di prezzo. Alcuni osservatori, come quelli di Energy Intelligence, suggeriscono che l’attuale fase sia di assestamento, ma destinata a durare poco se le tensioni geopolitiche dovessero intensificarsi. Le previsioni a breve termine restano quindi estremamente fluide, con scenari che variano in base alla rapidità degli sviluppi internazionali e alla risposta dei principali attori del settore energetico.

Scenario geopolitico e prospettive di breve periodo

Nonostante le attuali quotazioni stabili intorno ai 72–73 $, il rischio di un nuovo balzo dei prezzi resta elevato e non può essere ignorato. Gli esperti ritengono che il mercato petrolifero sia oggi più vulnerabile alle variabili geopolitiche che alle classiche dinamiche di offerta e domanda. La recente escalation in Medio Oriente, sebbene abbia visto un apparente raffreddamento, non ha eliminato il rischio di un’improvvisa riacutizzazione. Secondo un report pubblicato da Goldman Sachs il 13 giugno, in caso di blocco dello Stretto di Hormuz – crocevia per circa il 20% delle esportazioni mondiali di greggio – si potrebbe assistere a una riduzione dell’offerta fino a 1,5 milioni di barili al giorno. Questo scenario proietterebbe i prezzi verso quota 100 $, una soglia psicologica importante anche per gli operatori finanziari. A sostegno di questa visione si è espressa anche Société Générale, che intravede il rischio di shock improvvisi, specialmente in presenza di tensioni persistenti tra Israele e Iran.

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Scenario geopolitico e prospettive di breve periodo – crypto.it

Nel frattempo, l’OPEC+ continua a muoversi con estrema cautela, evitando tagli significativi che potrebbero destabilizzare il delicato equilibrio raggiunto. I dati più recenti evidenziano che la domanda globale resta sostenuta, spinta dalla ripresa in Asia e da un’estate che si preannuncia intensa per i consumi energetici. Tuttavia, permangono segnali di incertezza legati all’andamento dell’economia cinese e alle mosse future della Federal Reserve. Il sentiment generale è dunque ambivalente: da un lato la solidità della domanda, dall’altro un rischio geopolitico che incombe e potrebbe far saltare gli equilibri in modo improvviso. In questo contesto, le posizioni degli investitori restano prudenti, ma sempre più attente a cogliere segnali anticipatori di una potenziale svolta.

Analisi tecnica multi-timeframe e indicatori chiave

Sotto il profilo tecnico, il grafico giornaliero mostra una fase di consolidamento. Le medie mobili a 20 e 50 periodi si trovano in fase di supporto, con un possibile incrocio rialzista in formazione. L’RSI si muove intorno a quota 60, lasciando spazio per ulteriori spinte senza entrare in ipercomprato. Il MACD è in territorio positivo, seppur con un momentum in leggero rallentamento. Le Bande di Bollinger evidenziano una compressione che potrebbe anticipare un’esplosione di volatilità.

Su base settimanale, le medie mobili a lungo termine supportano una tendenza moderatamente rialzista, mentre il grafico mensile suggerisce che siamo ancora lontani da resistenze storiche critiche. In sintesi, dal punto di vista tecnico, il petrolio mostra segnali di forza potenziale, ma con margini di cautela legati alla volatilità degli eventi esogeni.

La combinazione di instabilità geopolitica, aspettative fondamentali positive e un quadro tecnico costruttivo potrebbe continuare ad alimentare l’interesse degli investitori nelle prossime settimane. Tuttavia, il mercato resta sensibile a ogni variazione nello scenario mediorientale, rendendo prudente ogni decisione d’acquisto.

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