Settimana scorsa positiva per due big di Piazza Affari: ENI e Recordati si sono distinte come le azioni a maggiore rendimento tra le 40 più capitalizzate. Due realtà profondamente diverse – una nell’energia e l’altra nella farmaceutica – che hanno in comune la capacità di attirare capitali grazie a solidi fondamentali, strategie di crescita e un buon rapporto rischio/rendimento. Ma quale delle due offre davvero più margine secondo gli analisti e i segnali tecnici?
In un contesto di mercati incerti, con tassi d’interesse in evoluzione e scenari geopolitici mutevoli, i titoli difensivi e stabili sono tornati al centro dell’attenzione. Gli investitori cercano sicurezza, rendimenti prevedibili e una bassa esposizione alla volatilità. In questo scenario, ENI ha beneficiato di nuovi accordi nel settore energetico e di una politica di buy-back aggressiva, rafforzando la propria posizione tra le utility europee più affidabili. Recordati, invece, ha sorpreso con risultati trimestrali solidi e un outlook incoraggiante, sostenuto da un’accelerazione nei mercati emergenti e da nuovi lanci in pipeline.

Entrambe hanno regalato soddisfazioni agli azionisti nella settimana appena conclusa, ma i dati suggeriscono potenziali futuri molto diversi. L’analisi si concentra su valutazione, dividendi, trend tecnico e le più recenti raccomandazioni degli analisti, per capire quale delle due potrebbe offrire il miglior profilo rischio/rendimento nei prossimi mesi.
ENI: forza tecnica e dividendo solido, ma spazio di crescita limitato
ENI ha chiuso la settimana in evidenza grazie alla fiducia degli investitori, sostenuta da un robusto piano di riacquisto azionario e dalla conferma di un dividendo di 1,05 € per azione, tra i più elevati del comparto energetico europeo. Il titolo quota intorno a 14,36 €, vicino al target medio degli analisti riportato da TipRanks, e ciò lascia poco margine di upside. Le valutazioni tecniche sono solide: tutte le medie mobili principali (5-200 giorni) segnalano “Compra”, ma l’RSI a 68,99 indica una situazione prossima alla ipercomprato. Inoltre, il MACD ha appena incrociato in negativo, e lo stocastico suggerisce cautela.

Nonostante ciò, la forza relativa del titolo resta elevata, sostenuta da un piano di sviluppo nel settore energia rinnovabile (Plenitude), accordi strategici e una struttura di costi ben controllata. Tuttavia, con nessun analista attualmente in “Buy” (4 Hold), il consenso appare più improntato alla stabilità che all’entusiasmo.
Recordati: conti brillanti e fiducia del mercato in crescita
La settimana ha premiato anche Recordati, che ha pubblicato un primo trimestre con ricavi in aumento dell’11,9%, superando le aspettative degli analisti. La conferma è arrivata anche da alcuni movimenti interni: il management ha acquistato azioni proprie per oltre 5 milioni €, mostrando chiara fiducia nel potenziale di crescita. L’upside stimato è molto più ampio di ENI: secondo TipRanks, il prezzo obiettivo medio è di 54,38 €, ma JPMorgan ha recentemente alzato il target a 67 €, mantenendo una valutazione “Overweight”.
Sul piano tecnico, il titolo ha superato la soglia dei 50 €, muovendosi con volumi significativi e mostrando una chiara rottura delle resistenze. I segnali di momentum sono positivi, e anche se le medie mobili non sono tutte allineate, il trend di fondo appare costruttivo. La redditività è elevata e il settore farmaceutico resta uno dei più resilienti, specie in un contesto macroeconomico instabile.
In sintesi, ENI rappresenta una scelta per chi cerca dividendo elevato e stabilità, mentre Recordati offre un profilo più orientato alla crescita futura, con fondamentali in miglioramento e spazio di rivalutazione secondo gli analisti.