Ferrari non è solo un simbolo del Made in Italy, ma anche uno dei titoli più seguiti a Piazza Affari e sul mercato globale. Con una capitalizzazione di oltre 100 miliardi €, un P/E sopra 48 e un trend tecnico solidissimo, continua a suscitare dibattiti tra chi la considera sopravvalutata e chi ne vede una macchina perfetta per i portafogli di lungo periodo. Ma oggi, con l’azione vicina ai massimi e l’RSI in zona ipercomprato, è ancora il momento giusto per salire a bordo?
Ci sono aziende che sfuggono alle regole classiche della valutazione finanziaria, e Ferrari è una di queste. La si guarda con occhi diversi: non è solo un costruttore di auto sportive, ma un marchio globale, un oggetto del desiderio, un pezzo di cultura. E questo si riflette anche nel prezzo delle azioni, che da anni corrono a una velocità ben superiore rispetto al settore automotive tradizionale. Ma fino a che punto il mercato può giustificare multipli così elevati? È un tema che divide esperti e investitori, soprattutto ora che il titolo si muove vicino al target medio degli analisti, dopo una corsa iniziata mesi fa.

Secondo i dati raccolti, Ferrari scambia attorno a 458 €, vicino al prezzo obiettivo medio degli analisti di 453,79 €, ma ancora sotto la stima massima di 507,78 €. Il margine per salire c’è, ma si sta assottigliando. E i segnali tecnici parlano chiaro: l’RSI sfiora quota 70, il che potrebbe preludere a una fase di correzione. Tuttavia, per una realtà come Ferrari, ogni calo potrebbe rappresentare più un’occasione che una fuga.
Valutazione e fondamentali di una fuoriserie finanziaria
Il P/E di Ferrari è attualmente pari a 48,1, un livello molto elevato rispetto alla media del settore auto, ma in linea con il posizionamento di brand di lusso più che con case automobilistiche tradizionali. Nonostante questa apparente sopravvalutazione, la redditività rimane molto alta. Il margine lordo operativo supera il 50%, e l’azienda presenta un’elevata generazione di cassa, con un EV di circa 80,97 miliardi € su una capitalizzazione di 100,41 miliardi €.

Il dividendo, sebbene modesto, è regolare: l’ultimo pagamento è stato pari a 2,986 € per azione, con un yield dello 0,66%. Un valore basso, ma coerente con una politica che privilegia la crescita e il reinvestimento. Gli analisti di TipRanks collocano il titolo in zona “Hold” con proiezioni che vedono ancora margini moderati di apprezzamento. È evidente che il mercato riconosce a Ferrari una dimensione diversa: chi compra il titolo, non lo fa solo per i multipli, ma per ciò che rappresenta.
Trend tecnico: potenza e rischio vicino ai massimi
L’analisi tecnica sul timeframe settimanale mostra un titolo in stato di forza. Il MACD è positivo (+16,98), segnalando un trend rialzista robusto. Le medie mobili esponenziali e semplici a 10, 20, 30 e 50 giorni danno tutte segnale di acquisto. Anche le medie mobili a lungo termine (100 e 200 giorni) rimangono in zona neutro-positiva, confermando la solidità dell’uptrend.
Secondo i dati più recenti, il prezzo attuale è leggermente sopra il target medio di 453,79 €, ma ancora sotto il massimo stimato a 507,78 €. Questo lascia spazio a un margine di crescita potenziale del 10% circa. È chiaro che, nel breve termine, gran parte dell’ottimismo è già scontato nel prezzo. Ma la forza del marchio Ferrari, l’esclusività del prodotto e la resilienza ciclica ne fanno un titolo interessante per chi cerca valore a lungo termine.