Gli airdrop tornano protagonisti negli Stati Uniti grazie a una svolta normativa e politica che potrebbe riscrivere le regole del gioco nel 2025. Dopo anni di incertezza regolatoria e esclusioni geografiche, i token gratuiti riacquistano centralità come strumento di marketing crypto. Ma dietro questo ritorno, ci sono nuovi scenari politici e fiscali che cambiano il modo di distribuire valore nella blockchain economy.
In un contesto dove gli incentivi crypto sono tornati al centro della scena, gli airdrop stanno riaffiorando come una delle strategie più efficaci per stimolare engagement, fedeltà e adozione. Il cambiamento arriva in concomitanza con l’evoluzione della politica statunitense in ambito regolatorio, grazie all’influenza crescente della nuova amministrazione. Secondo una recente analisi di Dragonfly, gli utenti statunitensi avrebbero perso fino a 1,8 miliardi $ in token non distribuiti dal 2020 a oggi per motivi di compliance. Ora, però, il clima sembra cambiato.

L’arrivo di una Crypto Task Force all’interno della SEC e la nuova guida di Paul Atkins stanno portando a una revisione delle posizioni più restrittive. Come riportato da Fortune e The Block, il focus si è spostato sulla creazione di un quadro normativo più flessibile per tokenomics e distribuzioni gratuite, a condizione che siano prive di promessa di rendimento. Il tema fiscale, tuttavia, resta cruciale: secondo l’IRS, gli airdrop restano soggetti a tassazione come reddito ordinario al momento della ricezione, il che impone maggiore trasparenza da parte dei progetti.
Segnali di ripresa e primi casi reali
Negli ultimi due mesi, diversi progetti hanno iniziato a includere gli indirizzi statunitensi nelle proprie campagne. Il caso di Sonic Labs, con il lancio del token $S tramite NFT e meccanismi di vesting, è diventato emblematico: utenti USA coinvolti, governance attiva e compliance esplicita nel whitepaper. Anche World Liberty Financial ha distribuito fino a 4 milioni $ di stablecoin USD1 in un’operazione che coinvolge anche segmenti di marketing politico. Questo ritorno degli incentivi decentralizzati segna una discontinuità rispetto agli anni precedenti, quando la prudenza aveva escluso completamente il mercato statunitense.

Secondo quanto emerso su CoinDesk, la ripartenza degli airdrop è favorita anche da una maggiore chiarezza tecnica sul ruolo dei token all’interno delle DApp e degli ecosistemi Layer 2. Progetti come Starknet, Linea e Fuel Labs stanno sperimentando modelli dove la distribuzione avviene non più come bonus speculativo, ma come parte integrante della partecipazione alla rete. Questo aiuta a ridurre il rischio di classificazione come security da parte della SEC e ne migliora l’accettabilità fiscale e legale.
Prospettive e considerazioni degli analisti
Secondo Galaxy Research, gli airdrop crypto sono destinati a diventare sempre più sofisticati: algoritmi di retroattività, snapshot dinamici e filtri basati sull’attività reale ridurranno l’abuso da parte dei cacciatori di token. Gli analisti di a16z e Delphi Digital hanno proposto linee guida comuni per separare i cosiddetti “user rewards” da emissioni con finalità speculative. In parallelo, la comunità legale spinge per l’introduzione di un “safe harbor” normativo della durata di 18 mesi per consentire ai progetti di validare il proprio modello prima di rientrare nei radar della SEC.
Infine, alcuni osservatori sottolineano come il ritorno degli airdrop possa avere un effetto non solo tecnico, ma anche simbolico. In un’epoca dove la fiducia è diventata la valuta più importante, distribuire valore in modo trasparente e mirato può riportare l’attenzione su quei progetti che non hanno perso di vista la missione originaria della finanza decentralizzata. E se il contesto normativo continuerà ad evolversi con coerenza, il 2025 potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase per le relazioni tra innovazione crypto e politica americana.