Pensare che basti dividere l’auto? Occhio al fermo amministrativo

Cointestare un’auto basta per evitare il fermo amministrativo? Molti lo credono, pochi conoscono davvero i rischi. Alcuni si affidano alla convivenza con un familiare, altri giocano la carta della comproprietà. Ma la legge è più sottile di quanto sembri. Ci sono sentenze, eccezioni, casi-limite. E quando il fisco bussa alla porta, conviene sapere esattamente come muoversi.

Una cartella esattoriale non pagata può trasformarsi, nel giro di poche settimane, in un fermo amministrativo. Questo significa che l’auto non può più circolare, pena sanzioni molto pesanti. Per evitare questa conseguenza, c’è chi tenta soluzioni creative. Una delle più frequenti è la cointestazione dell’auto con un familiare, un amico o il coniuge, nella speranza che la presenza di un secondo proprietario protegga il bene.

Miniatura auto sopra monete
Pensare che basti dividere l’auto? Occhio al fermo amministrativo-crypto.it

Ma è davvero così? Purtroppo, no. Nonostante sia diffusa l’idea che il fermo amministrativo su auto cointestata non possa essere applicato, la giurisprudenza più recente dice altro. Il caso della Commissione Tributaria di Como (Sentenza n. 90/2020) è emblematico: ha confermato che è possibile iscrivere il fermo anche se uno dei proprietari è in regola col fisco. La ratio? Il bene è indiviso, ma la quota del debitore è comunque aggredibile.

Condivisione della proprietà: vantaggio o trappola?

Quando si decide di cointestare un’auto, spesso non si considera che, a tutti gli effetti, si sta donando metà del valore del veicolo. Questo ha conseguenze non da poco. In caso di separazione, eredità o vendita, quel 50% diventa giuridicamente rilevante. Ma soprattutto, non protegge davvero dal blocco fiscale. Anzi, può complicare le cose.

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Condivisione della proprietà: vantaggio o trappola?-crypto.it

Chi guida un’auto sottoposta a fermo rischia una multa che supera i 1.900 euro e la confisca del veicolo. Anche se a farlo è il comproprietario non debitore. L’obiettivo del fermo non è punire, ma impedire che il bene perda valore. Ecco perché, secondo molti giudici, il divieto vale per chiunque lo usi.

C’è un’unica eccezione riconosciuta: se l’auto è anche intestata a una persona invalida grave, certificata secondo la legge 104/1992, e utilizzata per i suoi spostamenti, il fermo può essere considerato illegittimo. Un dettaglio spesso ignorato, ma cruciale per alcune famiglie.

Attenzione anche ai tentativi dell’ultimo minuto. Cointestare il veicolo dopo il preavviso di fermo può essere interpretato come un tentativo di elusione. In questi casi, il fisco può agire con l’azione revocatoria, chiedendo al giudice di annullare la modifica della proprietà.

Esiste però una via legale per evitare il fermo: dimostrare che l’auto è strumentale all’attività lavorativa, ad esempio per un agente di commercio o un artigiano. In tal caso, entro 30 giorni dalla notifica del preavviso, si può chiedere che il mezzo non venga bloccato. Un’opportunità concreta, ma che richiede tempestività e documentazione adeguata.

Alla fine, la cointestazione del veicolo non è una soluzione magica. Può essere utile in altri contesti, ma non protegge dall’azione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

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