Trovare parcheggio può sembrare un’azione banale, ma per una persona con disabilità può trasformarsi in un’impresa. E non per mancanza di contrassegno, ma per la concreta assenza di stalli realmente disponibili. Quando gli spazi accessibili sono troppo pochi o già assegnati a uso esclusivo, la mobilità autonoma diventa un diritto negato, e la città un luogo ostile. È possibile segnalare la situazione e chiedere più parcheggi per disabili? Sì, e ci sono strumenti precisi per farlo.
In molti Comuni italiani, i parcheggi per disabili accessibili a chiunque possieda un contrassegno sono drasticamente inferiori a quelli “personalizzati”, cioè riservati a singole persone. Questo squilibrio genera disagi significativi: chi non dispone di uno stallo esclusivo è spesso costretto a rinunciare all’auto o a percorrere lunghi tratti a piedi, cosa non sempre sostenibile per chi ha gravi limitazioni motorie.

Il D.P.R. 503/1996 prevede un posto riservato ogni 50 in tutte le aree pubbliche di sosta, ma si tratta solo di un minimo. I Comuni hanno il potere, e la responsabilità, di aumentare il numero di stalli in base ai bisogni reali del territorio, agendo nell’ambito del Piano Urbano del Traffico o del PEBA (Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche). Tuttavia, in molti casi, questo aggiornamento manca o procede con estrema lentezza.
Anche se il contrassegno disabili consente di sostare gratuitamente sulle strisce blu, come previsto dall’art. 188 del Codice della Strada, questa possibilità non risolve il problema strutturale: il numero limitato di spazi riservati. Non sempre si riesce a trovare posto vicino all’abitazione, al luogo di lavoro o nei pressi di servizi essenziali.
Cosa fare quando i parcheggi riservati per disabili sono troppo pochi
Quando i posti auto per disabili risultano insufficienti o sbilanciati a favore degli stalli personalizzati, è possibile presentare una segnalazione scritta all’amministrazione comunale. L’istanza va indirizzata all’Ufficio Mobilità, ai Lavori Pubblici o alla Polizia Locale, indicando le difficoltà riscontrate, le aree interessate e allegando eventuali fotografie o riferimenti normativi. È utile richiedere un aumento degli stalli “generici”, una verifica dell’utilizzo effettivo di quelli personalizzati e controlli più frequenti contro le occupazioni abusive.

Se il Comune non risponde o rigetta la richiesta senza giustificazione, si può contattare il Difensore Civico Regionale, una figura imparziale che tutela i cittadini nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Nei casi in cui l’esigenza sia circoscritta a una zona ben definita, è possibile chiedere l’assegnazione di un posto riservato ad personam, soprattutto nei pressi dell’abitazione o del luogo di lavoro. La concessione avviene solo in presenza di determinate condizioni: possesso del contrassegno in corso di validità, gravi difficoltà motorie, assenza di parcheggio privato accessibile. Alcuni regolamenti comunali richiedono anche il possesso della patente e una documentata carenza di parcheggi nella zona interessata.
Se la domanda viene accolta, il Comune provvede a installare la segnaletica orizzontale e verticale, con un cartello riportante gli estremi dell’autorizzazione. Quello spazio diventa così ad uso esclusivo del richiedente.
Infine, in presenza di occupazioni abusive degli stalli riservati, è possibile segnalare l’infrazione alla Polizia Locale, che può intervenire con multe da 330 a 990 euro (ridotte per motocicli), decurtazione di punti dalla patente e rimozione del veicolo.
Per rafforzare il sistema, si può richiedere l’installazione di sensori intelligenti, una segnaletica più visibile o una pianificazione di controlli regolari. Ogni cittadino ha il diritto alla mobilità e alla partecipazione piena alla vita sociale, e ogni spazio negato è un diritto sospeso. Vale la pena ricordarlo, soprattutto quando una segnalazione può fare la differenza.