Un rendimento netto superiore al 7%, un emittente di massima affidabilità, una scadenza breve. A prima vista sembra l’obbligazione perfetta, ma non è tutto oro quello che luccica. C’è un rischio spesso ignorato che può ribaltare completamente l’esito dell’investimento.
Marco, investitore attento e razionale, ci mostra quanto sia importante guardare oltre i numeri. Il confronto con i più prudenti BTP 2027 accende una riflessione che chi investe non può permettersi di trascurare.

Marco investe da anni seguendo un equilibrio ben preciso. Sceglie BTP con scadenze fino a 10 anni, per una base solida e prevedibile. Poi guarda ai mercati azionari, ma solo in un’ottica di lungo periodo, tra i 15 e i 20 anni, consapevole delle oscillazioni nel breve. Per arricchire il portafoglio, include anche obbligazioni in valuta estera. Ha provato con lire turche e rand sudafricani, attratto dalle cedole alte, ma ha imparato che il rischio di cambio può rovinare anche l’investimento più promettente.
Ora si trova davanti a una nuova proposta: un bond della BEI, denominato in peso messicano, scadenza luglio 2027, rendimento netto del 7,19% (Bei MXN 6.5% 07/07/2027). Il prezzo d’acquisto è sotto la pari, la durata è di soli due anni. Sulla carta sembra perfetto: affidabile, redditizio, breve. Ma Marco ha imparato a non fermarsi alle apparenze.
Il cambio può cambiare tutto, sia rendimento che rischio
Questo bond della BEI ha tutti gli elementi per piacere: alto rendimento, scadenza breve, emittente solidissimo. Ma c’è una variabile esterna che può trasformarlo in un investimento fallimentare: il tasso di cambio. Nell’ultimo anno, l’euro si è rafforzato del 24,6% contro il peso messicano. Chi avesse comprato questa obbligazione dodici mesi fa, oggi sarebbe in perdita, e di non poco, nonostante le cedole.

Questo perché, quando si investe in obbligazioni in valuta, il vero guadagno si realizza solo se, alla scadenza, il cambio è favorevole. Altrimenti, il capitale rimborsato vale meno. È una situazione in cui l’affidabilità dell’emittente non basta a proteggere l’investimento. Il rischio non è tecnico, ma valutario. Ed è difficile da prevedere.
Marco riflette: con un’azione si può aspettare una ripresa, con un’obbligazione no. Alla scadenza, si incassa quanto deciso, qualunque sia il valore del peso rispetto all’euro. Il tempo, in questo caso, non è un alleato. È un limite. E questo rende il titolo potenzialmente più rischioso del mercato azionario, dove almeno c’è margine di manovra e orizzonte lungo.
Tra sicurezza e rendimento, una scelta personale
Confrontare il rendimento dell’obbligazione in peso messicano con quello dei BTP 2027 (Btp Tf 0,95% St27 Eur) può sembrare semplice. Da una parte l’1,88% netto, dall’altra oltre il 7%. Ma la questione è molto più profonda. I BTP offrono stabilità e prevedibilità. Il bond in valuta messicana offre guadagni alti, ma espone a una variabile imprevedibile: il cambio.
Investire significa scegliere il rischio che si è disposti ad assumere. Marco lo sa. E sa anche che non esiste una scelta giusta per tutti. Il vero nodo non è il rendimento atteso, ma il prezzo che si è disposti a pagare per ottenerlo. Conviene davvero inseguire un 7% netto, se può sparire per colpa di una svalutazione improvvisa? O è meglio accontentarsi di un rendimento più basso, ma più stabile?