Criptovalute e disillusione: l’80% degli utenti sparisce entro 90 giorni, secondo uno studio sconvolgente

L’80% degli utenti abbandona le blockchain entro 90 giorni: uno studio di Flipside lancia l’allarme sul futuro delle criptovalute. Le piattaforme attraggono milioni di account, ma la stragrande maggioranza resta attiva solo per un breve periodo. Una tendenza preoccupante che mette in discussione l’effettiva crescita del settore e l’autenticità dei suoi numeri.

È difficile ignorare il fascino magnetico del mondo cripto. Le promesse di guadagni rapidi, l’idea di un’economia decentralizzata, la possibilità di “entrare prima degli altri” in un nuovo universo digitale. Sono tutti elementi che attirano con forza. Eppure, sotto la superficie scintillante si nasconde una realtà ben diversa. Quanti di quelli che aprono un wallet tornano davvero ad usarlo dopo il primo entusiasmo?

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Criptovalute e disillusione: l’80% degli utenti sparisce entro 90 giorni, secondo uno studio sconvolgente – crypto.it

Forse ti è capitato anche a te: installare un’app, ricevere un airdrop, fare un paio di clic… e poi dimenticartene. È più comune di quanto sembri. Secondo Flipside, la maggior parte degli utenti si ferma proprio lì, in quella fase iniziale dove la curiosità è alta ma la motivazione scarseggia. E questo ci pone davanti a una domanda scomoda: le blockchain stanno davvero crescendo o stanno solo vivendo una bolla di interesse superficiale?

Dietro questi comportamenti fugaci si nasconde spesso una mancata comprensione delle dinamiche di base. Le piattaforme crypto, per quanto rivoluzionarie, non sono esattamente user-friendly. E se il primo approccio è macchinoso o poco gratificante, è normale che l’utente medio abbandoni. Ma c’è dell’altro, e i dati lo confermano.

I numeri della disillusione: abbandono massiccio dopo l’hype iniziale

Lo studio condotto da Flipside, pubblicato il 22 maggio 2025, ha analizzato l’attività di milioni di account su reti come Ethereum, Solana, Arbitrum e Avalanche, scoprendo che l’80% degli utenti con basso coinvolgimento smette di interagire con la blockchain entro 90 giorni. Un dato sorprendente che mina la narrazione di un’adozione di massa inarrestabile.

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I numeri della disillusione: abbandono massiccio dopo l’hype iniziale – crypto.it

Secondo Flipside, gli utenti vengono classificati tramite uno “User Score” da 0 a 10. Chi ha uno score tra 0 e 3 — utenti tipici da airdrop, che interagiscono una o due volte — mostra un tasso di ritenzione inferiore al 5% dopo sei mesi. Al contrario, quelli con punteggi tra 8 e 10, definiti “power users”, tendono a restare attivi, coinvolgendosi con NFT, DeFi e protocolli più complessi.

La differenza è sostanziale: non si tratta solo di quantità di utenti, ma di qualità del coinvolgimento. È evidente che le metriche superficiali — come il numero totale di wallet o il volume transato — non raccontano l’intera storia. E ciò sta spingendo diversi analisti, tra cui Chris Maddern, fondatore di Floor NFTs, a rivedere le strategie di crescita, puntando su community solide e utenti informati piuttosto che su grandi numeri effimeri.

Costruire fedeltà: come trattenere gli utenti nel tempo

La chiave per invertire questa tendenza sembra risiedere nella personalizzazione dell’esperienza utente. Sempre secondo Flipside, le piattaforme che guidano l’utente con percorsi strutturati e offrono esperienze gratificanti, come rewards dinamici e educazione integrata, riescono a ottenere tassi di retention più alti. Un esempio interessante è il caso di Aptos, dove chi interagisce con una varietà di protocolli — dalla DeFi agli NFT — tende a rimanere molto più attivo nel tempo.

Anche l’analisi dei dati comportamentali sta diventando uno strumento fondamentale. Con tecniche di machine learning, le piattaforme possono anticipare l’abbandono e intervenire prima che l’utente sparisca. Ma per riuscirci, serve una visione più umana e meno tecnica. Non basta il codice: bisogna capire cosa emoziona davvero chi si affaccia per la prima volta al mondo blockchain.

In fondo, l’obiettivo è costruire esperienze significative, che vadano oltre l’hype e il guadagno veloce. Perché se l’utente trova valore autentico, è molto più probabile che resti. E forse, proprio lì, si nasconde la vera rivoluzione del Web3.

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