5 motivi sconvolgenti per cui Bitcoin potrebbe tornare a essere usato come moneta nella vita di tutti i giorni e non come bene rifugio

Bitcoin si muove come l’oro nei momenti di crisi, rafforzando la sua immagine di “bene rifugio”. Ma c’è un dettaglio che in molti dimenticano: la criptovaluta è nata per essere usata come denaro, non solo per essere conservata. Oggi, in un mercato maturo e sempre più istituzionale, resta vivo l’interrogativo su quanto questa funzione originaria sia ancora plausibile.

Il dibattito è tornato centrale tra investitori e appassionati. Da una parte c’è chi vede nel Bitcoin una risposta all’instabilità dei mercati tradizionali, dall’altra chi non rinuncia all’idea di una valuta digitale quotidiana. In effetti, è difficile ignorare che il prezzo del Bitcoin abbia recentemente superato i 110.000 $, posizionandosi tra gli asset più discussi a livello globale. In molti lo considerano una versione moderna dell’oro: un porto sicuro in tempi di tempesta. Tuttavia, la sua origine parla di moneta elettronica peer-to-peer, non di lingotto virtuale da custodire nel portafoglio digitale.

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5 motivi sconvolgenti per cui Bitcoin potrebbe tornare a essere usato come moneta nella vita di tutti i giorni e non come bene rifugio – crypto.it

È interessante notare come alcune innovazioni, come la Lightning Network, stiano cercando di riattivare quella funzione primaria. Nel frattempo, realtà imprenditoriali sparse in tutto il mondo iniziano ad accettare pagamenti in Bitcoin, rendendo il suo utilizzo più accessibile. Tuttavia, problemi come la volatilità e i costi di transazione restano attuali. Per molti, acquistare beni di consumo con una valuta che può cambiare valore del 10% in poche ore è ancora un rischio.

Anche la lentezza della rete principale rappresenta un ostacolo. Con circa sette transazioni al secondo, Bitcoin è ben lontano dalle prestazioni di circuiti come Visa. Eppure, il fascino di usare la criptovaluta in modo diretto continua ad attrarre una fetta non trascurabile della community, spingendo sviluppatori e aziende a cercare soluzioni alternative.

Bitcoin come bene rifugio: conferma o deviazione?

Secondo quanto riportato da Crypto.news e dal New York Post, l’attuale comportamento del Bitcoin nei mercati globali lo avvicina sempre di più agli asset difensivi. Durante periodi di alta inflazione o instabilità geopolitica, cresce la domanda di Bitcoin così come avviene per l’oro. Il suo tetto massimo fissato a 21 milioni di unità, l’assenza di un’autorità centrale e la trasparenza del registro blockchain ne fanno una riserva di valore affidabile per molti investitori, compresi quelli istituzionali.

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Bitcoin come bene rifugio: conferma o deviazione? – crypto.it

Grandi attori come BlackRock e Fidelity hanno aumentato la loro esposizione sull’asset digitale, contribuendo alla sua legittimazione finanziaria. Tuttavia, questa corsa all’accumulo sta lentamente modificando l’identità stessa del Bitcoin, spostandolo da mezzo di scambio a cassaforte digitale. La priorità è diventata conservarlo piuttosto che spenderlo. La logica del “hodl” – tenere per il lungo termine – domina il sentiment, e ciò si riflette anche nei numeri: il volume di transazioni per beni e servizi resta estremamente contenuto rispetto alla capitalizzazione complessiva.

Mezzo di scambio: un sogno infranto o solo rimandato?

Nonostante le difficoltà, non mancano segnali di risveglio. La Lightning Network, che consente transazioni istantanee e a basso costo, sta guadagnando terreno. Wallet come Strike e Phoenix facilitano l’uso quotidiano del Bitcoin, soprattutto in paesi dove l’accesso ai servizi bancari è limitato. In California, un concessionario ha iniziato ad accettare BTC per veicoli di lusso, attirando clienti da tutto il mondo, come riportato da The Sun.

Anche Square ha annunciato che integrerà Bitcoin nei suoi sistemi di pagamento entro il 2026, secondo quanto riferito da Barron’s. L’obiettivo dichiarato è riportare la moneta digitale “nelle mani delle persone”. Eppure, esperimenti più ambiziosi come quello di El Salvador mostrano un percorso tutt’altro che semplice. Secondo Wikipedia, la maggior parte delle transazioni nel paese continua ad avvenire in dollari statunitensi, nonostante il corso legale del Bitcoin.

La verità è che tra visione ideale e realtà quotidiana esiste ancora un divario. Ma il fermento tecnologico e il rinnovato interesse per l’usabilità lasciano intravedere una possibilità concreta. Forse non pagheremo il pane in Bitcoin domani, ma chi può dire cosa accadrà tra un paio d’anni?

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