Una scoperta tecnica può scuotere un intero ecosistema. I computer quantistici avanzano e, secondo Google, potrebbero violare i protocolli di sicurezza di Bitcoin e delle banche molto prima del previsto. È un cambiamento silenzioso ma profondo, destinato a rimettere in discussione il futuro della sicurezza digitale.
Negli ambienti crittografici si è sempre parlato del rischio legato ai computer quantistici, ma con un certo distacco, come fosse una questione remota. Oggi quel futuro si è avvicinato. I nuovi dati divulgati da Google mostrano come la crittografia RSA – ancora largamente usata nei sistemi bancari – potrebbe essere violata 20 volte più velocemente di quanto si pensasse solo un anno fa.

Secondo quanto riportato da Decrypt, per decifrare una chiave RSA a 2048 bit non servirebbero più 20 milioni di qubit, ma meno di un milione, e il processo potrebbe durare meno di una settimana. Una riduzione di scala che fa tremare l’intero comparto. Sebbene Bitcoin non utilizzi RSA ma algoritmi come ECC e SHA-256, anche questi potrebbero presto rientrare nel raggio d’azione quantistico, secondo l’analisi di CCN.
E mentre la tecnologia continua a evolvere, la percezione di invulnerabilità che ha accompagnato il mondo delle criptovalute fin dai suoi esordi potrebbe cedere il passo a un senso di urgenza: aggiornarsi o rischiare tutto.
Il mondo crypto davanti alla minaccia quantistica
Bitcoin è spesso considerato invulnerabile, ma in realtà la sua sicurezza si basa su presupposti matematici oggi messi in discussione. La scoperta di Google riduce la finestra temporale di sicurezza della blockchain, al punto che gli sviluppatori stanno già accelerando sulla ricerca di algoritmi post-quantistici.
Un report di BitDegree stima che un aggiornamento completo della rete Bitcoin richiederebbe circa 76 giorni di lavoro cumulativo, coinvolgendo migliaia di nodi e infrastrutture digitali. E questo senza contare l’impatto operativo su wallet, exchange e custodi istituzionali.

Secondo Benzinga, se non si agisce in tempo, il rischio è che gli hacker possano sfruttare la nuova potenza computazionale per accedere ai wallet Bitcoin, ai backup crittografati e persino alle chiavi private delle applicazioni decentralizzate. Uno scenario che potrebbe compromettere l’integrità dell’intero sistema.
A confermare la serietà del rischio è anche BlackRock, che nel fondo iShares Bitcoin Trust (IBIT) ha inserito un raro avvertimento: il progresso dei computer quantistici potrebbe minacciare il valore a lungo termine di Bitcoin. Una dichiarazione che pesa, specie se fatta da uno dei principali gestori patrimoniali al mondo.
In risposta, alcune iniziative stanno emergendo per sviluppare portafogli compatibili con algoritmi post-quantistici. Tuttavia, siamo ancora nella fase embrionale e i tempi di implementazione potrebbero non essere compatibili con l’urgenza del problema.
Le banche tradizionali non sono al sicuro
Se il mondo crypto corre ai ripari, il settore bancario tradizionale rischia di essere colto impreparato. Molti sistemi di autenticazione e trasmissione dati usano ancora RSA, che oggi appare vulnerabile. Questo apre un fronte pericoloso anche per KYC, sistemi di pagamento e strutture centralizzate.
Secondo Cointelegraph, i nuovi limiti imposti dall’informatica quantistica costringeranno anche le istituzioni più solide a rivedere i propri protocolli. Il problema è che l’aggiornamento richiederà risorse ingenti e competenze molto specifiche, oggi ancora poco diffuse.
Il tema della sicurezza digitale non può più essere separato da quello della resilienza finanziaria. Quando una tecnologia dirompente accelera in questo modo, l’unica risposta possibile è anticipare, non inseguire. E la corsa è ufficialmente partita.
A rendere la situazione ancora più delicata è il fatto che molte istituzioni non dispongono ancora di una roadmap concreta verso la transizione quantistica, lasciando aperte falle che potrebbero essere sfruttate ben prima di quanto si creda.