C’è un fondo che in pochi mesi ha scalato le classifiche dei maggiori detentori di Bitcoin al mondo, superando attori storici e colossi del settore. Non è un exchange, né una cripto-società, ma il più grande gestore patrimoniale del pianeta. E ora il suo portafoglio in BTC è secondo solo a quello del misterioso creatore della criptovaluta.
Nel panorama delle criptovalute, ogni movimento dei grandi investitori istituzionali è analizzato con attenzione. Ma raramente si assiste a una dinamica tanto rapida e significativa come quella che ha coinvolto BlackRock negli ultimi mesi. La società, già protagonista di Wall Street, si è lanciata sul mercato crypto con una determinazione che ha sorpreso anche i più ottimisti.

Attraverso il fondo iShares Bitcoin Trust (IBIT), lanciato a gennaio 2024, BlackRock ha accumulato oltre 636.000 BTC, secondo quanto riportato da CryptoSlate e confermato da CoinStats. Questa cifra colloca il gruppo come secondo maggiore detentore di Bitcoin a livello globale, dietro soltanto a Satoshi Nakamoto, la figura pseudonima considerata l’inventore di Bitcoin, la cui posizione stimata si aggira intorno a 1,1 milioni di BTC.
Un traguardo impressionante, reso possibile da afflussi di capitale da record. Nelle ultime settimane, secondo CCN, IBIT ha registrato afflussi netti per 2,43 miliardi di dollari, portando il valore totale degli asset a 71,42 miliardi $, pari al 3,32% dell’intera capitalizzazione di mercato di Bitcoin.
Il sorpasso su Satoshi? Per alcuni analisti non è lontano
Secondo Eric Balchunas, senior ETF analyst di Bloomberg, se il ritmo attuale venisse mantenuto, BlackRock potrebbe superare le partecipazioni stimate di Satoshi Nakamoto entro l’estate 2026. Uno scenario che diventa ancora più plausibile nel caso in cui Bitcoin dovesse raggiungere la soglia di 150.000 $, cosa che – per diversi analisti – è tutt’altro che irrealistica, considerando la crescente domanda istituzionale e l’espansione degli ETF crypto in USA ed Europa.
La velocità con cui IBIT ha scalato la classifica globale dei detentori non è solo una questione di numeri. È un chiaro segnale di trasformazione dell’approccio istituzionale alle criptovalute, che da asset speculativo iniziano a diventare una componente strategica nei portafogli di investimento a lungo termine.

Non a caso, il fondo ha raccolto attenzione non solo da parte degli investitori, ma anche dal mondo politico e regolamentare. Il suo successo è stato agevolato anche da un contesto normativo più favorevole, specie dopo l’approvazione da parte della SEC degli ETF spot sul Bitcoin, che ha legittimato ulteriormente l’inclusione delle criptovalute nei prodotti d’investimento regolamentati.
Un cambio di paradigma nei portafogli globali
L’avanzata di BlackRock nel settore cripto non è isolata. È il riflesso di una più ampia integrazione degli asset digitali nei mercati finanziari tradizionali. Il fatto che un gestore con oltre 10 trilioni di dollari in AUM punti con decisione su Bitcoin cambia il modo in cui l’intero ecosistema viene percepito.
Questa nuova ondata di capitali non è più legata al retail o all’hype di breve periodo. Al contrario, si inserisce in una visione strategica che vede Bitcoin come una riserva di valore, un bene rifugio alternativo, e potenzialmente anche uno strumento di diversificazione non correlata.
Secondo Investopedia, il recente rally di Bitcoin, che ha toccato nuovi massimi sopra i 70.000 $, è stato alimentato proprio da questi flussi istituzionali. E l’ingresso massiccio di capitali attraverso ETF come IBIT ha modificato profondamente la struttura del mercato.
Se questa tendenza dovesse proseguire, è plausibile aspettarsi che il dominio di attori come BlackRock aumenti, fino a ridefinire completamente la mappa della distribuzione globale di Bitcoin. E a quel punto, persino la leggendaria posizione di Satoshi potrebbe non essere più intoccabile.