Due strumenti d’investimento spesso messi a confronto, ma uno nasconde un vantaggio silenzioso che può fare la differenza. Mentre uno offre rendimenti più alti, l’altro garantisce una stabilità che molti sottovalutano. La vera partita non si gioca solo sui numeri, ma su ciò che si vuole ottenere: guadagno o tranquillità. E la chiave sta nella differenza tra BTP e Buoni fruttiferi postali.
Quando si parla di risparmi, si pensa subito a sicurezza, futuro, magari qualche sogno nel cassetto. Non si tratta solo di investimenti: è un modo per prendersi cura di ciò che si è costruito. E allora la scelta di dove mettere i propri soldi non è mai banale.

Due opzioni spesso considerate dai piccoli risparmiatori sono i BTP, titoli di Stato emessi dal Tesoro, e i Buoni fruttiferi postali, distribuiti da Poste Italiane e garantiti da Cassa Depositi e Prestiti. In apparenza simili, ma dietro le sigle si nascondono logiche molto diverse.
Più rendimento ma più rischio: il vantaggio dei BTP
Guardando solo ai numeri, i BTP vincono la sfida. Prendendo come esempio un titolo con cedola dello 0,95% e scadenza allineata al Buono 3×4 (12 anni), si nota un rendimento effettivo lordo del 3,74%. Il netto si attesta su un interessante 3,59%. Per chi investe 10.000 euro, il risultato finale supera i 14.800 euro. Merito del prezzo d’acquisto: attorno ai 73,91 euro per ogni 100 nominali. Questo consente un guadagno in conto capitale, oltre alle cedole annuali.

Con 10.000 euro si acquistano circa 13.530 euro di valore nominale del BTP. Le cedole complessive lorde, pari a 0,95% annuo su questo ammontare, generano circa 1.542 euro lordi in 12 anni, che diventano 1.349 euro netti. Sommando al rimborso finale di 13.530 euro, si arriva a un incasso totale di 14.880 euro netti. Una cifra che supera di oltre 1.150 euro il rendimento netto del Buono 3×4.
Il Buono 3×4 infatti, pur garantendo un rendimento crescente fino al 3% a scadenza, porta 10.000 euro a circa 13.725 euro netti in 12 anni. In termini puramente numerici, la differenza tra BTP e Buoni fruttiferi postali appare chiara: i BTP offrono un rendimento superiore. Ma questa performance ha un prezzo.
Stabilità e zero sorprese: la forza dei Buoni postali
Il vero punto di forza dei Buoni fruttiferi postali sta nella loro stabilità. Vengono emessi, valutati e rimborsati sempre al valore nominale di 100. Nessuna oscillazione, nessuna perdita in conto capitale. Se si ha bisogno di liquidare dopo almeno 3 anni, si ottiene il capitale investito più gli interessi maturati fino a quel momento. Un vantaggio notevole per chi cerca tranquillità e flessibilità.
I BTP, invece, seguono le dinamiche del mercato. Il loro valore può variare sensibilmente: in caso di aumento dei tassi d’interesse, ad esempio, il prezzo può scendere e chi vende prima della scadenza rischia di incassare meno del capitale investito. Anche se a scadenza il rendimento è interessante, il percorso può essere incerto.
I Buoni postali non prevedono costi di sottoscrizione, godono di una tassazione agevolata e sono garantiti dallo Stato italiano. Elementi che li rendono ideali per chi vuole un investimento semplice, sicuro e privo di stress. Per molti risparmiatori, sapere che il capitale non è a rischio rappresenta un vantaggio inestimabile.
Alla fine, la vera differenza tra BTP e Buoni fruttiferi postali si gioca su ciò che si ritiene più importante: rendimento più elevato oppure sicurezza totale del capitale.