In pensione non sempre è concesso il cumulo con i redditi da lavoro. L’INPS fornisce i dettagli che permettono di non perdere il trattamento.
Se la pensione non basta si può dover continuare a lavorare aggiungendo redditi da lavoro dipendente o autonomo al trattamento pensionistico. Ci sono casi in cui l’attività può essere svolta senza vincoli e altri, invece, solo rispettando alcune condizioni che l’INPS ha chiarito per non far commettere errori ai pensionati.

Sono tante le persone che si chiedono se dopo il pensionamento sia possibile continuare a lavorare. La risposta è affermativa ma solo a determinate condizioni a meno che la pensione non si sia raggiunta a 67 anni di età. La pensione di vecchiaia, infatti, non prevede restrizioni. I redditi accumulati si andranno ad aggiungere a quelli pensionistici nella dichiarazione dei redditi.
Diverso il caso in cui si sia lasciato il mondo del lavoro con forme di pensionamento anticipato. Sono presenti dei divieti che è bene conoscere. Per chi percepisce trattamenti di invalidità e reversibilità vige il divieto di cumulo della pensione con redditi da lavoro dipendente o autonomo entro determinati limiti reddituali. Altri scivoli presentano diversi vincoli, scopriamoli.
Redditi da pensione e lavoro, indicazioni INPS sul cumulo
Le precisazioni sul cumulo dei redditi da pensione e lavoro riguardano le Quote (Quota 100, 102 e 103). Queste forma di pensionamento anticipato sono compatibili esclusivamente con prestazioni occasionali entro i 5 mila euro all’anno. Tale regola vale fino ai 67 anni ovvero al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.

Nel conteggio si calcolano tutti i redditi annuali derivanti da lavoro autonomo occasionale (l’unico concesso). Vi rientrano anche i redditi prodotti nei mesi precedenti la decorrenza della pensione se avvenuta durante l’anno oppure nei mesi successivi al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. L’INPS comunque comunica le informazioni sul regime di incumulabilità della pensione con redditi da lavoro nello stesso tempo in cui rende noto il provvedimento di liquidazione del trattamento seguendo le indicazioni relative alla trasparenza amministrativa.
Il pensionato, dunque, non dovrebbe correre il rischio di agire in modo illecito avendo a disposizione le informazioni di cui ha bisogno. Per rendere più chiare le tempistiche procediamo con un esempio. Il lavoratore che va in pensione con Quota 103 e riceve il priamo rateo a luglio sarà da questo mese che non potrà avere redditi da lavoro incompatibili. Le attività svolte nei mesi precedenti non conteranno. Per la soglia reddituale di 5 mila euro prima citata, invece, si conteggeranno tutti gli incassi dell’anno, anche quelli precedenti al mese di luglio.