Acquistare una nuda proprietà nello stesso Comune dove già si risiede può sembrare un’operazione semplice, ma c’è un dettaglio che potrebbe cambiare tutto. Chi punta alle agevolazioni prima casa deve prestare attenzione non solo all’indirizzo dell’immobile, ma anche alla propria posizione anagrafica e patrimoniale.
Basta una dichiarazione sbagliata o un presupposto mancante per perdere i benefici fiscali. E non è solo una questione di burocrazia: dietro la scelta si nasconde una strategia, che può trasformare un acquisto ordinario in un’opportunità concreta.

Comprare la nuda proprietà come prima casa è una scelta sempre più comune, soprattutto quando si vuole pianificare un investimento a lungo termine o sistemare un passaggio generazionale. Ma quando l’immobile si trova in un’altra via rispetto all’attuale domicilio, anche se all’interno dello stesso Comune, può sorgere il dubbio: serve davvero cambiare la residenza?
La legge è chiara: per accedere alle agevolazioni prima casa, è sufficiente avere la residenza nello stesso Comune in cui si trova l’immobile acquistato. Non è richiesto il trasferimento all’indirizzo specifico della nuova proprietà. Questa condizione permette a molti acquirenti di evitare spostamenti non necessari, mantenendo la propria vita quotidiana invariata. Tuttavia, la normativa richiede anche altre condizioni fondamentali, spesso sottovalutate.
Nuda proprietà e prima casa: quello che davvero serve sapere
Oltre alla residenza nel Comune, la normativa prevede due requisiti centrali. Il primo è non possedere, neanche in comunione con il coniuge, altri immobili a uso abitativo nello stesso Comune. Il secondo è non avere beneficiato delle stesse agevolazioni prima casa su altri immobili in tutta Italia. Se uno di questi due elementi è presente, l’agevolazione viene meno, oppure si è costretti a vendere l’altro immobile entro un anno dal nuovo acquisto.

Anche chi acquista solo la nuda proprietà, senza l’immediata disponibilità dell’abitazione, può beneficiare dei vantaggi fiscali se rispetta tutti i requisiti. Si tratta di una possibilità importante, che consente di pagare imposte ridotte pur senza poter utilizzare l’immobile fin da subito.
È fondamentale però che queste condizioni siano tutte dichiarate nell’atto notarile, con attenzione e trasparenza. La legge non ammette errori o omissioni, e un controllo successivo può portare alla revoca delle agevolazioni. In alcuni casi, per tutelarsi da rischi futuri, si sceglie comunque di spostare formalmente la residenza anagrafica proprio all’indirizzo dell’immobile, anche se non è obbligatorio.
Questa strategia è spesso consigliata da notai e consulenti quando la situazione è borderline, per evitare interpretazioni restrittive da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma ogni caso va valutato singolarmente. A volte, la soluzione più vantaggiosa non è quella più immediata.