Dopo il fallimento di Libra, Meta potrebbe avere una seconda possibilità con le stablecoin grazie al GENIUS Act, una proposta bipartisan che apre nuovi scenari regolamentati per il settore. Questa volta il colosso tech sembra intenzionato a muoversi in modo più cauto, ma forse anche più strategico.
Quando si parla di stablecoin, il nome di Meta torna a circolare con insistenza. Non è un caso: l’azienda guidata da Mark Zuckerberg aveva già tentato l’ingresso nel mondo delle criptovalute con Libra, poi rinominata Diem, prima di ritirarsi sotto il peso delle critiche politiche e dei regolatori. Oggi però lo scenario è cambiato. Il Congresso americano ha dato via libera al GENIUS Act, un disegno di legge che punta a regolamentare con rigore le stablecoin e i loro emittenti. In questo nuovo contesto, Meta potrebbe tornare nel settore, ma con una strategia molto diversa rispetto al passato.

Secondo quanto riportato da CCN, il gruppo di Menlo Park non intende più creare una nuova criptovaluta, ma punta a integrare stablecoin esistenti — come USDC — per facilitare i pagamenti ai creator su Facebook e Instagram. In questo modo eviterebbe i costi delle transazioni fiat, offrendo un’alternativa efficiente per la monetizzazione interna. Una mossa più pragmatica, compatibile con le normative, ma potenzialmente di grande impatto.
Un altro aspetto interessante è che, se l’adozione iniziasse dagli Stati Uniti, non è da escludere un’estensione futura in altri mercati, creando un ecosistema di microtransazioni crypto integrato nei social network. L’effetto rete, in questo caso, sarebbe significativo.
Le nuove regole potrebbero riscrivere le opportunità
Il GENIUS Act, approvato con 66 voti favorevoli e 32 contrari, stabilisce che le stablecoin debbano essere supportate da riserve liquide, soggette a controlli antiriciclaggio e a norme stringenti sulla sicurezza nazionale. Come riportato da Business Insider, anche aziende come Meta potrebbero emettere o utilizzare stablecoin, purché nel rispetto di questi standard.
Non sono mancate le opposizioni. La senatrice Elizabeth Warren ha manifestato forte preoccupazione per il coinvolgimento delle big tech in ambiti finanziari. Tuttavia, il testo prevede barriere normative importanti: solo soggetti autorizzati, con requisiti patrimoniali e supervisione continua, potranno operare.

Meta sembra voler muoversi proprio in questa direzione. Nessuna stablecoin proprietaria, ma l’uso di strumenti esistenti, perfettamente integrabili e conformi. Secondo CryptoBriefing, si tratta di un cambio radicale rispetto al passato, che potrebbe ridare al gruppo un ruolo nel settore cripto senza conflitti con i regolatori. Questa strategia consente anche di sfruttare il vantaggio competitivo della propria base utenti, evitando l’esposizione diretta ai rischi regolatori.
Un ritorno strategico che potrebbe impattare anche il titolo
Dal punto di vista finanziario, l’adozione di stablecoin regolamentate potrebbe aiutare Meta a diversificare i ricavi, riducendo la dipendenza dalla pubblicità. L’uso di USDC come strumento di pagamento tra utenti e creatori semplificherebbe i flussi, aumenterebbe la rapidità e abbatterebbe i costi, migliorando anche la fidelizzazione.
Con il GENIUS Act a fare da cornice legale, Meta potrebbe rilanciare le proprie ambizioni crypto senza ripetere gli errori di Libra. Più che una rivoluzione, una ripartenza sotto nuove regole — e con tempismo decisamente migliore.