Crypto shock: 6 numeri inquietanti che potrebbero spiegare perché BTC e ETH sarebbero sempre più introvabili

La “supply shock” in Bitcoin ed Ethereum non è più una previsione: è già realtà. Le riserve di BTC ed ETH sugli exchange sono ai minimi storici, mentre la domanda da parte di investitori istituzionali e privati cresce. Un contesto che potrebbe riscrivere le dinamiche di prezzo del mercato crypto nei prossimi mesi.

In molti, negli ultimi anni, hanno ipotizzato l’arrivo di uno “squeeze” dell’offerta sulle principali criptovalute. Ora quel momento sembra essere arrivato. I dati più recenti parlano chiaro: Bitcoin ed Ethereum stanno scomparendo dagli exchange centralizzati. Non si tratta di un’anomalia passeggera, ma di una tendenza che si consolida settimana dopo settimana.

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Crypto shock: 6 numeri inquietanti che potrebbero spiegare perché BTC e ETH sarebbero sempre più introvabili – crypto.it

Da un lato, le riserve di criptovalute calano a livelli che non si vedevano da anni; dall’altro, la domanda – trainata da ETF, staking e wallet privati – continua a salire. Il risultato è un mercato con offerta limitata, in cui ogni ulteriore pressione può avere un impatto significativo sui prezzi. Ma quali sono le cause di questa situazione e quali implicazioni potrebbe avere?

Bitcoin ed Ethereum: numeri storici e dinamiche di ritiro

Secondo un’analisi pubblicata da CCN.com, solo il 7,1% della supply totale di Bitcoin risulta ancora depositato su exchange centralizzati, il valore più basso dal novembre 2018. Ancora più marcata è la situazione su Ethereum, dove le riserve sono scese al 4,9%, un minimo storico che riflette una scelta precisa da parte degli investitori: ritirare i fondi verso wallet personali o impegnarli in protocolli di staking.

Questo comportamento non è frutto del caso. Da un lato, il timore per la sicurezza degli exchange, acuito dal crollo di realtà come FTX, ha spinto molti utenti a privilegiare la custodia autonoma. Dall’altro, l’introduzione di strumenti come Ethereum 2.0 e il boom dei Liquid Staking Derivatives (LSDs) ha incentivato il trasferimento di ETH in smart contract per ottenere ricompense passive.

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Bitcoin ed Ethereum: numeri storici e dinamiche di ritiro – crypto.it

Sul fronte Bitcoin, invece, è stato l’interesse crescente degli investitori istituzionali a ridurre la liquidità: fondi come BlackRock e Fidelity stanno accumulando BTC in quantità, spesso attraverso strumenti regolamentati come ETF spot, contribuendo così a sottrarre monete dal mercato liquido. Secondo CoinTribune, questa combinazione di fattori ha già creato uno shock dell’offerta che potrebbe accentuarsi nei prossimi mesi.

Le conseguenze di una scarsità reale: rischi e opportunità

Una diminuzione così marcata della liquidità disponibile sui mercati centralizzati rappresenta un fattore di estrema rilevanza per la formazione del prezzo. In un mercato dove la domanda tende a salire (anche per effetto del crescente interesse retail e istituzionale), una riduzione dell’offerta immediatamente negoziabile può diventare il catalizzatore di un nuovo rally.

Ma attenzione: questo scenario comporta anche rischi. La volatilità potrebbe aumentare, poiché ordini di acquisto o vendita, anche modesti, potrebbero muovere il prezzo più del solito. Inoltre, l’accumulo in mani forti può ridurre la trasparenza sul reale equilibrio domanda/offerta. Infine, una parte degli ETH in staking non è realmente liquida: se venissero sbloccati e riversati sul mercato, potrebbero creare movimenti contrari.

Come sempre, è fondamentale non farsi trascinare solo dall’entusiasmo. Secondo gli analisti di Glassnode e CryptoQuant, la situazione attuale rappresenta una condizione di mercato nuova, potenzialmente strutturale, ma da analizzare con strumenti avanzati. Lo scenario più realistico? Un contesto in cui Bitcoin ed Ethereum diventano asset sempre più scarsi, ma anche più sensibili a ogni spostamento di equilibrio. E per gli investitori attenti, questa potrebbe essere una delle fasi più interessanti da osservare (e forse cavalcare).

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