4 verità sconvolgenti sull’energia usata da Bitcoin che potrebbero cambiare il modo in cui lo giudichiamo

Bitcoin è davvero un pericolo per l’ambiente o siamo di fronte a un pregiudizio ormai superato? Il dibattito resta acceso, ma gli ultimi dati mostrano un quadro meno netto di quanto si creda. Le opinioni sono molteplici, ma l’impatto ambientale, nel bene e nel male, è misurabile.

Nel mondo delle criptovalute, poche questioni dividono quanto il rapporto tra Bitcoin e ambiente. Da un lato c’è chi lo considera un asset digitale ad alto impatto, responsabile di consumi energetici da paese industrializzato. Dall’altro, cresce un fronte che evidenzia l’evoluzione del settore verso modelli più sostenibili. Una dicotomia che spesso genera più rumore che chiarezza. Ma oggi, con dati aggiornati e nuovi modelli operativi, è possibile interrogarsi in modo più lucido su quale sia il vero impatto ambientale del Bitcoin.

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4 verità sconvolgenti sull’energia usata da Bitcoin che potrebbero cambiare il modo in cui lo giudichiamo – crypto.it

Il sospetto che il Bitcoin “inquina” non nasce dal nulla. Il protocollo “proof-of-work” su cui si basa richiede potenza computazionale elevatissima, con conseguente utilizzo intensivo di energia. Tuttavia, bisogna distinguere tra quantità consumata e origine dell’energia. In diversi casi, la filiera del mining si è spostata verso paesi ricchi di fonti rinnovabili. Inoltre, alcuni governi e aziende stanno spingendo affinché le attività legate alle criptovalute diventino catalizzatori per uno sviluppo energetico più efficiente, non un ostacolo.

I numeri dietro l’impatto ambientale del Bitcoin

Secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, il consumo annuo di Bitcoin nel 2025 è stimato intorno a 169,7 terawattora, una cifra paragonabile a quella della Polonia. Questo dato conferma che si tratta di una rete energivora, anche se il confronto con l’intero sistema bancario tradizionale o l’industria dell’oro suggerisce un impatto relativamente comparabile. La vera questione è quanto di questa energia provenga da fonti rinnovabili.

Stando a quanto riportato da News.shib.io, molte mining farm si stanno ormai spostando in aree dove l’energia verde è abbondante: l’Islanda e alcune province del Canada ne sono esempi chiave. Anche il Pakistan ha recentemente annunciato di voler destinare 2.000 megawatt di energia in surplus per attività di mining e intelligenza artificiale, sottolineando un approccio più strategico alla questione.

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I numeri dietro l’impatto ambientale del Bitcoin – crypto.it

Sul fronte delle emissioni, l’Università di Harvard ha pubblicato uno studio che collega il mining al peggioramento della qualità dell’aria per via del particolato fine (PM2.5). Ma anche qui, il dato va contestualizzato: molte di queste emissioni derivano da mining in paesi che utilizzano centrali a carbone. Un futuro in cui l’intero mining si sposti verso fonti pulite cambierebbe radicalmente lo scenario.

Ethereum, Dogecoin e il confronto che pesa

Mentre Bitcoin resta legato al proof-of-work, altre criptovalute come Ethereum e Dogecoin stanno già sperimentando soluzioni alternative. Ethereum, ad esempio, è passato al proof-of-stake, riducendo il proprio consumo energetico di oltre 99%, secondo quanto riportato da Financial News London. Il confronto è inevitabile, e spesso pesa sulla reputazione del Bitcoin, considerato meno agile nell’adattarsi ai nuovi standard di efficienza.

Secondo diversi analisti, il Bitcoin soffre di una “lentezza strutturale” nel cambiare meccanismo di consenso, legata sia a motivi tecnici che alla necessità di garantire sicurezza e decentralizzazione. Ma il prezzo da pagare è un impatto energetico ancora elevato. Alcuni esperti, come quelli di Reuters, sottolineano però che l’evoluzione verso una rete più sostenibile non è bloccata, ma graduale. Ed è qui che entrano in gioco le politiche pubbliche e gli incentivi: con le giuste condizioni normative, anche Bitcoin potrebbe ridurre sensibilmente la sua impronta ecologica senza snaturare la propria struttura.

L’equilibrio tra innovazione e responsabilità ambientale resta fragile, ma in evoluzione. Il futuro di Bitcoin dipenderà anche dalla sua capacità di adattarsi, senza perdere ciò che lo rende unico. E il mercato, nel frattempo, osserva.

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