Apple in zona rischio? 7 numeri che potrebbero segnalare una valutazione più fragile del previsto

Le azioni Apple in calo dopo le minacce di Trump su nuove tariffe: si apre una fase di incertezza per il colosso di Cupertino. Il mercato reagisce con freddezza, ma gli analisti non arretrano sulle prospettive di medio periodo. Ecco cosa dicono numeri e previsioni aggiornate.

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: Donald Trump, in un comizio elettorale, ha promesso che in caso di rielezione imporrà una tariffa del 25% su tutti gli iPhone prodotti fuori dagli Stati Uniti. Una dichiarazione che ha avuto un impatto immediato sul titolo Apple, sceso del 3% nella giornata del 23 maggio 2025 e in calo di oltre il 7% su base settimanale.

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Apple in zona rischio? 7 numeri che potrebbero segnalare una valutazione più fragile del previsto – crypto.it

Il mercato ha reagito con nervosismo, consapevole delle implicazioni strutturali che una simile misura avrebbe sul modello operativo del gruppo. Apple produce gran parte dei suoi dispositivi in Cina, e solo recentemente ha avviato un’espansione in India attraverso il partner Foxconn, che ha annunciato un investimento di 1,5 miliardi $ per rafforzare la filiera locale. Ma si tratta di processi lunghi, che non si risolvono in pochi mesi.

Apple: valutazioni elevate, margini eccellenti e rendimento contenuto

Nonostante le tensioni geopolitiche, i fondamentali di Apple restano robusti. Il titolo è attualmente scambiato a 195,27 $, ma gli analisti di Marketscreener stimano un target price medio di 230,13 $, con un massimo previsto di 308 $ e un minimo di 141 $. Secondo 50 analisti intervistati, 24 consigliano l’acquisto immediato mentre solo 5 raccomandano la vendita, un chiaro segnale di fiducia da parte del mercato finanziario.

Dal punto di vista delle metriche di valutazione, però, Apple non è certo economica: il P/E attuale è pari a 32,40, ben sopra la media del settore tecnologico. Anche il P/FCF risulta elevato, a 27,67, così come il rapporto EV/EBITDA, a 21,36. Nonostante ciò, il ROE è impressionante, al 138%, a fronte di un ROA del 29% e di un margine netto del 25,9%, che confermano l’estrema efficienza del modello di business della società.

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Apple: valutazioni elevate, margini eccellenti e rendimento contenuto – crypto.it

Sul piano dei dividendi, Apple mantiene una politica conservativa. L’ultimo dividendo trimestrale distribuito è stato di 0,26 $ per azione, con un rendimento annuo dello 0,51%. La media del rendimento negli ultimi cinque anni si è attestata sotto l’1%, coerente con una strategia orientata alla crescita e al reinvestimento piuttosto che alla distribuzione. Il payout ratio del 2024, pari al 16,11%, è tra i più bassi del listino, segnale di ampia sostenibilità.

Debolezza tecnica nel breve periodo, ma analisti ancora ottimisti

L’analisi tecnica settimanale evidenzia una situazione di debolezza sul breve termine. Le medie mobili sono per lo più ribassiste: 12 su 15 suggeriscono vendita, secondo quanto riportato da TradingView. Anche il quadro degli oscillatori non è incoraggiante, con solo 1 segnale di acquisto contro 9 neutri e 1 di vendita. Gli indicatori come il MACD e il CCI segnalano un momentum negativo, anche se non ancora estremo. L’RSI a 40,64 si avvicina all’area di ipervenduto, ma resta in zona neutra.

Nonostante queste criticità, il titolo non mostra segnali di manovrabilità: il controvalore giornaliero scambiato è elevatissimo e la liquidità resta ai massimi. Apple, quindi, non è un titolo facilmente manipolabile da mani forti o speculatori. Secondo Investing.com, il volume medio resta su livelli compatibili con i grandi capitali istituzionali, che continuano a essere la componente dominante degli scambi.

Il rischio tariffario resta uno degli elementi più rilevanti da monitorare nei prossimi mesi. Ma per ora, la solidità del business e la fiducia degli analisti sembrano prevalere su timori e volatilità a breve.

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