Affittare una stanza della propria abitazione può sembrare una scelta innocente, ma può davvero mettere a rischio le agevolazioni prima casa e l’esenzione IMU? In molti casi, bastano pochi metri quadri affittati per generare dubbi, paure e, peggio, cartelle esattoriali. Ma la normativa italiana prevede situazioni in cui è possibile continuare a beneficiare dei vantaggi fiscali anche se si decide di condividere casa. Ciò che fa la differenza è il modo in cui lo si fa.
Tra documenti da tenere in regola, sentenze favorevoli e chiarimenti poco noti dell’Agenzia delle Entrate, affittare una parte della prima casa può rivelarsi molto meno rischioso di quanto si pensi. A patto di conoscere le condizioni e non lasciarsi guidare da interpretazioni frettolose.

L’idea di affittare una stanza della propria abitazione principale nasce spesso da esigenze pratiche. Magari si vive da soli in un appartamento troppo grande o si ha bisogno di un piccolo introito extra. In altri casi, è una scelta di stile di vita, per avere compagnia o condividere spese. Ma appena si valuta questa opzione, spunta la domanda: si rischia di perdere l’esenzione IMU o il bonus prima casa?
La risposta, come spesso accade nel diritto tributario, è: dipende. E quel “dipende” si gioca su elementi precisi come la residenza, il possesso effettivo dell’immobile e la porzione affittata. Per evitare sorprese, è fondamentale capire cosa prevedono le norme.
Quando l’esenzione IMU non si perde
Chi affitta una sola parte dell’immobile, per esempio una stanza, può mantenere l’esenzione IMU se continua a vivere e risiedere nello stesso appartamento. La Circolare n. 1/94 dell’Agenzia delle Entrate lo chiarisce: il beneficio resta valido se non viene meno il possesso del bene.

Il punto è distinguere tra affitto parziale e affitto totale. Nel primo caso, si continua a vivere nell’abitazione, anche solo in una parte. Nel secondo, si lascia completamente la casa all’inquilino e si perde il requisito della dimora abituale.
Anche i giudici lo confermano. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 6332 del 2024, ha sottolineato che l’IMU resta non dovuta se il proprietario risiede e dimora nell’immobile. È una posizione che trova riscontro in varie sentenze regionali, come quella dell’Aquila (n. 404/2024), che ha confermato l’esenzione anche in presenza di un affitto parziale.
Il bonus prima casa e l’affitto: cosa dice davvero la legge
Il bonus prima casa, ottenuto al momento del rogito, non viene meno se si affitta una stanza. Nemmeno se si affitta l’intero immobile, purché si mantenga la residenza nel Comune dove si trova l’abitazione. È questo l’aspetto più importante.
Una sentenza della Corte Tributaria del Lazio ha dato ragione a una contribuente che usava una stanza come centro estetico, perché non aveva mai cambiato residenza. Anche in questo caso, ciò che conta è la continuità del legame con l’immobile, non l’uso esclusivamente abitativo.
In sostanza, affittare non è proibito, ma va fatto nel rispetto delle regole. È possibile continuare a godere dei benefici, basta non trasformare la prima casa in un investimento puro senza mantenere il legame residenziale.