Il titolo Tesla è tornato vicino ai massimi, ma la fiducia degli investitori è davvero giustificata? Elon Musk rilancia: la ripresa è già in atto, dice. Ma i numeri e il contesto raccontano una storia più sfaccettata, tra cali di vendite in Europa, nuove responsabilità politiche e un futuro ancora incerto.
Quando si parla di Tesla, ogni dichiarazione di Elon Musk ha il potere di muovere i mercati, spesso anche in modo imprevedibile. Negli ultimi giorni, il numero uno del gruppo ha affermato pubblicamente che l’azienda sarebbe già “in ripresa”, nonostante le difficoltà legate al rallentamento delle vendite globali e alle polemiche politiche in cui è coinvolto. Le sue parole sono bastate per far segnare un +1% al titolo durante le contrattazioni di martedì, segnale che gli investitori continuano a pesare le sue affermazioni con grande attenzione.

Ma al di là degli annunci, è interessante analizzare i fondamentali di un’azienda che continua ad affascinare, dividere e far discutere in egual misura, anche per l’originalità della sua governance e per la visione ambiziosa nel campo dell’intelligenza artificiale. Soprattutto ora che il prezzo di Tesla oscilla intorno a 298,26 $, con un potenziale rialzo che alcuni esperti ritengono ancora molto ampio, soprattutto se confermato da una stabilizzazione delle vendite nei mercati internazionali.
Vendite in calo in Europa e nuove tensioni sul fronte politico
Nel corso di un’intervista recente, Elon Musk ha ammesso che il mercato europeo rappresenta oggi l’area più problematica per Tesla, con un calo “molto significativo” delle vendite nel mese di aprile. Le cause? Una combinazione di dazi commerciali, concorrenza agguerrita e indebolimento della domanda di veicoli elettrici nel Vecchio Continente. Nonostante ciò, il CEO si è detto convinto che il peggio sia alle spalle, attribuendo la tenuta del titolo proprio al fatto che “i mercati già prezzano la ripresa”.

Parallelamente, Musk ha assunto un ruolo ancora più visibile sul piano politico, diventando capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) e consigliere del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un’esposizione pubblica che, se da un lato potrebbe favorire Tesla nei rapporti con l’amministrazione americana, dall’altro ha generato malumori tra alcuni clienti storici, in particolare negli Stati Uniti e in Europa.
Valutazioni, target e raccomandazioni: cosa pensano oggi gli analisti
Secondo i dati di MarketScreener, il prezzo obiettivo medio per Tesla si attesta a 289,44 $, quindi leggermente al di sotto delle attuali quotazioni. Tuttavia, il target massimo arriva fino a 465 $, con un potenziale upside del 55,9%, mentre quello minimo scende a 115 $, segnalando la forte incertezza che ancora circonda il titolo.
Negli ultimi 30 giorni, il giudizio degli analisti è stato piuttosto diviso. Tra i più ottimisti troviamo Wedbush, RBC Capital Markets, Deutsche Bank e Stifel Nicolaus, che mantengono rating Buy e vedono ancora valore nell’azione grazie all’innovazione tecnologica e all’espansione della gamma. Altri, come Goldman Sachs e Jefferies, hanno adottato un approccio più neutrale, mentre UBS e Wells Fargo si sono spinti a suggerire il Sell, preoccupati per le pressioni sui margini e per l’impatto delle scelte politiche di Musk.
Tra gli elementi a favore del titolo, va ricordato anche il dividendo da 56 miliardi di $ (sebbene contestato in tribunale) e la promessa dello stesso Musk di restare al timone dell’azienda per almeno altri cinque anni. Una stabilità di leadership che, se confermata nei fatti, potrebbe sostenere ulteriormente l’appeal del titolo nel medio termine.