Un crollo verticale, un progetto ancora senza rete principale attiva e un’ondata di scetticismo che travolge la community. Eppure, alcuni analisti continuano a vedere in Pi Network una delle scommesse più speculative ma potenzialmente interessanti del momento. Dopo aver perso oltre il 50% del proprio valore in pochi giorni, il token torna a far discutere. Ma da cosa dipende questa montagna russa?
La caduta di Pi Network ha sorpreso persino i trader più attenti. Il progetto, nato con l’obiettivo di rendere il mining accessibile a tutti tramite smartphone, è diventato oggi uno dei casi più controversi del panorama cripto. L’assenza di una mainnet attiva, la scarsità di applicazioni concrete e le continue incertezze regolamentari alimentano il dubbio: si tratta solo di una fase temporanea o della fine annunciata di un sogno? E perché, nonostante tutto, c’è chi continua a crederci?

Forse perché il progetto ha costruito nel tempo una delle community più vaste e fedeli del settore, oppure perché in un mercato così volatile le scommesse a lungo termine mantengono sempre un fascino particolare, anche quando sembrano irrazionali. Sta di fatto che il token resta al centro di dibattiti accesi, tra chi lo considera una trappola e chi, invece, una possibile sorpresa.
Crollo del prezzo e malcontento nella community
Negli ultimi giorni, Pi Network ha visto il proprio valore crollare da 1,61 $ a circa 0,71 $, con una perdita del 54% in meno di una settimana. La causa scatenante è stata l’annuncio di un fondo da 100 milioni di $ per sostenere lo sviluppo dell’ecosistema, percepito dalla community come l’ennesimo ritardo anziché un passo concreto verso la tanto attesa apertura della rete principale.
Fonti autorevoli come CryptoSlate e BeInCrypto riportano crescenti tensioni tra gli utenti, alcuni dei quali sospettano vendite interne da parte del team di sviluppo durante i recenti picchi di prezzo. Se queste accuse fossero fondate, danneggerebbero ulteriormente la reputazione del progetto, già messa a dura prova da anni di promesse non mantenute.

A pesare è anche l’assenza di applicazioni decentralizzate attive, elemento che rende Pi Network ancora lontana da una reale utilità nel mercato. L’interesse aperto sui mercati derivati legati a PI ha subito un calo evidente, confermando un momento di disillusione tra gli investitori istituzionali. Tuttavia, il crollo non ha cancellato del tutto l’interesse speculativo.
Previsioni rialziste e scenari possibili
Nonostante la pressione ribassista, diversi analisti mantengono un outlook sorprendentemente positivo. Crypto.newsha pubblicato una previsione che indica un possibile rimbalzo fino a 0,95 $ nel breve termine e addirittura un target di 2,38 $ entro un mese. Se confermato, significherebbe un potenziale rialzo del 235% rispetto ai livelli attuali. Una previsione ottimistica che si basa sulla possibilità di un’accelerazione nello sviluppo e sull’eventuale avvio della mainnet.
Tuttavia, è importante sottolineare che tali proiezioni restano altamente speculative. Il vero banco di prova sarà la capacità del team di convertire la visibilità mediatica in risultati tecnici e funzionali. Anche la fiducia degli analisti sembra reggere per ora: secondo i dati pubblicati da TradingView, il sentiment complessivo rimane moderatamente positivo, e nessun downgrade ufficiale è stato segnalato.
Nel frattempo, Ripple — pur non direttamente coinvolta — ha ricordato per voce del suo Chief Legal Officer Stuart Alderoty quanto la chiarezza normativa sia cruciale per il futuro delle criptovalute. E proprio Pi Network, con la sua governance poco trasparente e obiettivi ancora vaghi, rappresenta oggi uno dei casi più emblematici delle sfide che attendono il settore.