Cosa succede quando un grafico inizia a comportarsi in modo troppo perfetto? Il recente movimento del Bitcoin contro il dollaro sta attirando l’attenzione per una serie di segnali tecnici che sembrano troppo precisi per essere ignorati.
C’è un punto chiave che ha fermato la discesa millimetricamente, e da lì il mercato si è rimesso in moto. I livelli parlano chiaro, ma sarà davvero così semplice?
Chi guarda i grafici sa che, a volte, i numeri raccontano molto più di quanto sembri. E qui il Bitcoin sembra voler dire qualcosa. Un massimo annuale toccato a gennaio, un crollo improvviso e una risalita altrettanto rapida: tutto lascia pensare a un momento cruciale.

L’indice Alligator, solitamente trascurato dai più, questa volta è inequivocabile: tutte le sue configurazioni puntano verso l’alto. E quando si muove tutto insieme, spesso succede qualcosa di grosso.
Ma sarà un segnale affidabile o un’esca per i più impazienti?
In questo scenario, anche le banche d’affari stanno aggiornando i loro outlook. E non tutti sono cauti.
Bitcoin/dollaro: supporti tecnici e ritorno vicino ai massimi
Dopo aver toccato i 109.154 dollari a gennaio, il Bitcoin ha corretto fino a quota 76.604, rompendo prima la media mobile a 200 giorni, che molti considerano un livello spartiacque tra fasi rialziste e ribassiste. Ma a sorpresa, è stata la media mobile a 400 giorni a contenere il ribasso, agendo come un vero e proprio cuscinetto. Da lì, i prezzi hanno ripreso slancio e oggi si trovano nuovamente vicini ai massimi dell’anno.

La domanda ora è chiara: assisteremo a una rottura al rialzo o si formerà un doppio massimo grafico, segnale che spesso anticipa inversioni di tendenza? A rendere il contesto ancora più interessante c’è l’Alligator Index, che su base giornaliera, settimanale, mensile e trimestrale mostra un’apertura chiara verso l’alto. Una configurazione tecnica rara, che storicamente ha preceduto movimenti importanti nel passato del Bitcoin.
Il supporto attuale si colloca in area 100 dollari, mentre la resistenza rimane salda a 109.154. Una rottura definitiva di quest’ultima potrebbe innescare nuovi ingressi istituzionali e una vera accelerazione del trend. Ma attenzione, perché anche un falso breakout potrebbe innescare prese di profitto aggressive.
Le nuove stime delle banche e il ritorno dell’interesse sul Bitcoin
Dalla seconda metà di marzo 2025, il contesto macro ha dato fiato al comparto crypto. I tassi d’interesse sono rimasti stabili e l’inflazione ha iniziato a scendere lentamente. In questo clima, JP Morgan ha segnalato una ritrovata solidità strutturale del Bitcoin, mentre Goldman Sachs ha rivisto le sue stime di medio termine, parlando di potenziali target tra i 115.000 e i 125.000 dollari.
Anche Morgan Stanley ha indicato che il superamento dei 109.154 potrebbe rappresentare un trigger decisivo per i fondi istituzionali, spingendo verso un rally di dimensioni maggiori. Nel frattempo, gli ETF legati al Bitcoin hanno visto un ritorno di interesse, con volumi in crescita e nuove sottoscrizioni.
Tuttavia, il mercato resta fragile. Un eccesso di ottimismo potrebbe generare reazioni impulsive e movimenti contrari. Il bello, però, è proprio questo: siamo in un punto dove ogni decisione conta, e dove il futuro del Bitcoin sembra sul punto di prendere una direzione chiara. Ma quale sarà?