Acconto IMU 2025 entro il 16 giugno: rincari da catasto e novità per i coniugi

C’è tempo fino al 16 giugno per pagare l’acconto IMU 2025. Tra rincari e novità per i coniugi c’è molto da scoprire.

L’IMU si può pagare in un’unica soluzione oppure dilazionando i versamenti in due rate. L’acconto con scadenza il 16 giugno e il saldo con scadenza il 16 dicembre.

Soldi, casa e lente di ingrandimento
Acconto IMU 2025 entro il 16 giugno: rincari da catasto e novità per i coniugi (Crypto.it)

L’Imposta Municipale Unica viene corrisposta dai proprietari di fabbricati e immobile e si calcola rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicando il risultato per il coefficiente assegnato alla categoria catastale dell’immobile. Ottenuta la base imponibile bisognerà applicare l’aliquota di riferimento del Comune in cui si trova il fabbricato o il terreno.

In Italia il costo medio IMU per una seconda casa – per l’abitazione principale c’è l’esenzione – situata in una città capoluogo è di 1.022 euro con punte di 2.000 euro nelle grandi metropoli. Significa dover pagare a giugno un acconto superiore a 500 euro. Per tanti contribuenti il costo dell’IMU 2025 sarà ben superiore rispetto a quello dello scorso anno pur dovendo applicare la stessa aliquota dato che la maggior parte dei Comuni non l’ha modificata. La colpa dell’incremento non è imputabile alle delibere comunali bensì alla rendita catastale e alla categoria di appartenenza dell’immobile.

Incrementi IMU 2025, a cosa sono dovuti

Per le case accatastate come A/2 – abitazioni di tipo civile – si paga un acconto IMU superiore del 63% rispetto alla categoria A/3, abitazioni economiche. Questo perché le rendite catastali degli immobili A/2 sono più alte essendo di maggior pregio anche se la classificazione catastale molto spesso non riflette lo stato reale dell’immobile.

IMU scritta in mattoni
Incrementi IMU 2025, a cosa sono dovuti (Crypto.it)

Ci sono casi in cui per un immobile che non offre standard superiori si paga un IMU maggiore perché interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica non aggiornano in modo automatico la categoria. Parliamo di un 40% di immobili sul totale in Italia accatastati in A/2 e A/3. Cosa può fare il cittadino? Verificare la categoria catastale dell’immobile e se dovesse essere in A/2 ma ha condizioni reali più simili all’A/3 procede con la richiesta di una riclassificazione per pagare meno IMU.

Nel 2025 c’è di più, la Cassazione ha previsto novità in relazione alla gestione immobili dopo una successione. Il coniuge superstite non deve pagare l’IMU se l’immobile è in comunione con terzi e non ha ricevuto il diritto di abitazione (ordinanza numero 11095 del 28 aprile 2025).

Continuare a vivere nella casa familiare, dunque, non obbliga necessariamente al pagamento dell’Imposta Municipale Unica. Serve il diritto reale di abitazione. Dettaglio fondamentale specialmente quando c’è una comproprietà tra eredi. Il coniuge superstite, dunque, prima di pagare l’acconto entro il 16 giugno meglio che verifichi la situazione ereditaria e i propri diritti sull’immobile.

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