I contributi volontari possono essere utili per andare in pensione anticipatamente. L’INPS prevede due diverse opzioni.
Senza versare contributi andare in pensione è difficile. Gli scivoli di pensionamento richiedono determinati limiti contributivi da raggiungere per ottenere l’assegno mensile. Si possono conteggiare anche i contributi volontari.

Il sistema previdenziale italiano si basa sui contributi. Mentre il requisito anagrafico non è sempre richiesto – come per la pensione precoci oppure la pensione anticipata ordinaria – quello contributivo è una certezza. Le pensione di vecchiaia e la pensione anticipata contributiva si raggiungono con 20 anni di contributi mentre gli altri scivoli richiedono una contribuzione ben maggiore. Dai 30 ai 42 anni e dieci mesi di contributi.
Significa riuscire ad avere una lunga carriera lavorativa e in Italia questo non è assolutamente scontato. Tra difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e precarietà sarà sempre più complicato vantare 40 anni di contributi al momento del pensionamento. Se si dovesse perdere l’occupazione o lasciarla per motivi personali si potrebbe continuare a versare contributi volontari per maturare il diritto alla pensione? La risposta è affermativa ma ci sono delle considerazioni da conoscere che potrebbero cambiare ogni certezza.
Andare in pensione versando contributi volontari: cosa sapere
Chi non ha una carriera lavorativa tradizionale come può andare in pensione? Deve chiedere all’INPS l’autorizzazione per procedere con i versamenti volontari. Nel momento in cui l’autorizzazione verrà concessa allora si potranno maturare contributi fino a colmare il vuoto che separa dal raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata. Il riferimento è al requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne oppure ad altre condizioni di riferimento della Gestione INPS di appartenenza.

Questa opzione può essere valutata da chi ha maturato un numero di contributi vicino al limite, 38 o 39 anni ad esempio. Ma se i contributi versati sono pochi allora la strada da seguire è un altra. Ipotizziamo 15 anni di contributi effettivi per un lavoratore iscritto all’INPS. In questo caso si può raggiungere la pensione di vecchiaia a 67 anni di età riuscendo ad entrare in una delle deroghe previste dall’ordinamento italiano.
Nello specifico potranno andare in pensione coloro che al 31 dicembre 1992 avevano ottenuto l’autorizzazione ai versamenti volontari. Capiamo bene come questa seconda opzione sia riservata a pochi lavoratori che negli anni diventeranno sempre meno fino ad azzerarsi. C’è sempre una terza possibilità non potendo versare contributi volontari, ossia attendere i 71 anni di età per andare in pensione di vecchiaia con minimo 5 anni di contributi.