Il calo del 3% in una settimana potrebbe rendere l’oro una delle scelte più intelligenti del 2025

Dopo settimane di rally, l’oro subisce una brusca battuta d’arresto: prezzi in calo e la peggiore performance settimanale da novembre. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina si allentano e i rendimenti obbligazionari salgono, spostando l’interesse verso asset più rischiosi. Ma il metallo giallo ha davvero perso attrattiva o si prepara solo a una fase di consolidamento?

L’oro resta uno degli asset più osservati dagli investitori globali. Il recente calo sotto i 3.180 $ l’oncia ha sorpreso chi lo considerava inarrestabile dopo i massimi storici toccati nelle settimane precedenti. Eppure, se c’è una lezione che il mercato insegna, è che anche i beni rifugio non sono immuni dalla volatilità. L’accordo commerciale tra Washington e Pechino, la forza del dollaro e i dati macroeconomici americani hanno alterato l’equilibrio. Ma l’oro è anche un asset fortemente emotivo: è influenzato tanto dai fondamentali quanto dal sentiment, e spesso si muove in anticipo rispetto ai segnali ufficiali.

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Il calo del 3% in una settimana potrebbe rendere l’oro una delle scelte più intelligenti del 2025 – crypto.it

Storicamente, dopo forti prese di profitto come quella in corso, il metallo ha dimostrato una resilienza superiore alla media, soprattutto in contesti di incertezza geopolitica. E nel 2025, le incertezze non mancano: tassi di interesse ancora non stabilizzati, elezioni in paesi chiave e tensioni latenti su più fronti globali. In un contesto simile, l’oro potrebbe non aver detto la sua ultima parola.

Una settimana difficile tra dazi, dollaro e Treasury

Venerdì 17 maggio, l’oro spot ha chiuso in calo dello 0,8% a 3.178,06 $, mentre i futures di giugno sono scesi dell’1,5% a 3.180,50 $/oz. È stato un arretramento marcato, che ha portato il calo settimanale a oltre il 3%, il peggior risultato da novembre 2024. Come spiegato da Investing.com, il driver principale è stato l’accordo di riduzione temporanea dei dazi tra USA e Cina, che ha stimolato l’appetito per il rischio e spinto gli investitori verso azioni e altri asset ciclici.

Il metallo giallo ha anche risentito dell’aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi, con il decennale vicino al 4,5%, e del rafforzamento del dollaro, due fattori che storicamente tendono a ridurre l’attrattiva dell’oro, che non offre rendimento.

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Una settimana difficile tra dazi, dollaro e Treasury – crypto.it

Ma se nel breve termine il clima si è raffreddato, non mancano elementi di sostegno. Secondo Bloomberg, i dati macroeconomici deboli degli Stati Uniti – in particolare produzione industriale e vendite al dettaglio – hanno riacceso le speculazioni su un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nella seconda metà dell’anno. Uno scenario che potrebbe restituire slancio al comparto dei beni rifugio.

Fondamentali solidi e previsioni divergenti

Nonostante la correzione, i fondamentali restano favorevoli. Il World Gold Council ha segnalato una domanda robusta da parte delle banche centrali, soprattutto in Asia e Medio Oriente, mentre sul fronte ETF le dinamiche sono più miste: deflussi dagli Stati Uniti, ma afflussi in Europa. Un segnale di come l’interesse per l’oro non sia scomparso, ma si stia semplicemente ricalibrando.

Le previsioni degli analisti sono divergenti, ma in prevalenza ottimiste. UBS e Goldman Sachs stimano un target compreso tra 3.200 $ e 3.400 $ entro fine 2025, puntando su un contesto macro ancora fragile. Più cauta VanEck, che pur confermando la solidità dell’oro, prevede una fase di alta volatilità e movimenti laterali nei prossimi mesi. Intanto, secondo MarketWatch, molti trader restano in posizione d’attesa, aspettando sviluppi concreti sul fronte della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Dal punto di vista tecnico, l’oro resta sopra un livello psicologicamente importante: 3.000 $/oz. Un supporto che, se tenuto, potrebbe fungere da base per un nuovo rimbalzo. In caso contrario, potrebbero aprirsi scenari correttivi più profondi. La chiave sarà capire se l’allentamento delle tensioni sarà duraturo o solo temporaneo.

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