Agevolazioni prima casa anche senza residenza: la legge che cambia tutto

Cosa succede se si vive all’estero e si desidera tornare alle origini acquistando casa in Italia? C’è un’opportunità che molti ignorano, ma che potrebbe cambiare le carte in tavola. E non serve tornare subito o stabilire la residenza. Questa è la storia di chi ha lasciato l’Italia per costruirsi un futuro altrove, ma non ha mai dimenticato le proprie radici. E ora, con una mossa intelligente, potrebbe ritrovare un pezzo del proprio passato.

Quando si parla di acquisto “prima casa”, c’è un’eccezione che vale oro per gli italiani emigrati: pochi la conoscono davvero, ma potrebbe fare una grande differenza. Vale per chi è andato via per lavoro, non importa se dipendente o autonomo. Basta aver vissuto o lavorato in Italia per almeno cinque anni e scegliere bene il luogo dove acquistare l’immobile.

Contratto di acquisto casa
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Attenzione però: ci sono alcune condizioni precise da rispettare. E chi pensa che sia obbligatorio trasferire subito la residenza potrebbe rimanere sorpreso.
C’è chi, come Mario, ha colto l’occasione e ha fatto il passo. Un passo che sa di ritorno, ma senza rinunce.

Mario vive a Berlino da anni, lavora come freelance e si è trasferito per crescere professionalmente. Ha lasciato la sua città d’origine in Campania, ma non l’ha mai dimenticata. Dopo dieci anni all’estero, ha deciso di acquistare una casa proprio lì. Aveva sentito parlare delle agevolazioni legate all’acquisto della prima casa, ma credeva fossero riservate solo a chi risiede in Italia. E invece no: esiste un’eccezione pensata proprio per italiani come lui, che vivono fuori ma vogliono mantenere un legame concreto con il proprio Paese.

Prima casa anche senza residenza: ecco quando è possibile

Chi è residente all’estero per lavoro può acquistare un immobile in Italia con agevolazioni prima casa anche se non si trasferisce nel Comune dove si trova l’abitazione. Questa possibilità è regolata dalla nota II-bis, comma 1, lettera a) della Tariffa Parte I dell’articolo 1 del Dpr 131/1986.

Persone che discutono della legge acquisto prima casa
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La legge stabilisce che il beneficio è riconosciuto a chi risponde a tre requisiti: essere già trasferito all’estero per motivi di lavoro (di qualsiasi tipo), aver risieduto o lavorato in Italia per almeno cinque anni prima dell’acquisto, e scegliere un immobile situato nel Comune di nascita, di precedente residenza o dove si svolgeva l’attività lavorativa prima di partire.

A questo si aggiungono due condizioni generali: non avere altri immobili con diritti reali nello stesso Comune e non aver già usufruito di agevolazioni simili. Ma, elemento chiave, non è obbligatorio fissare la residenza nel Comune dove si acquista. Questo rende l’acquisto molto più accessibile per chi vive all’estero e non ha ancora intenzione di rientrare.

Un’opportunità concreta per chi non ha dimenticato l’Italia

Nel 2024 le novità normative non hanno modificato questa apertura nei confronti degli italiani all’estero. Chi, come Mario, sente ancora forte il legame con le proprie radici, può acquistare casa beneficiando di imposte ridotte, senza dover stravolgere la propria vita. L’abitazione diventa così un ponte tra passato e futuro, tra i luoghi in cui si è cresciuti e quelli in cui si è scelto di vivere oggi.

Per molti, si tratta di un gesto simbolico ma anche pratico. Una casa in Italia rappresenta un rifugio, un progetto, una possibilità. E chi ha i requisiti può davvero coglierla. In fondo, le radici non si dimenticano mai. E forse, restare legati alla propria terra, anche a distanza, è un modo per non perdere di vista ciò che conta davvero.

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