In caso di rendita catastale variata per procedere con il calcolo dell’IMU in autonomia bisogna considerare tre importanti parametri.
Il cittadino può calcolare l’importo IMU da corrispondere entro il 16 giugno 2025 in autonomia. Il conteggio è semplice conoscendo la formula da utilizzare ma bisogna fare attenzione al valore della rendita catastale.

Diverse situazioni possono portare ad una variazione delle rendita catastale dell’immobile di proprietà. Quella più comune è la ristrutturazione dell’abitazione apportando interventi di riqualificazione che aumentano la classe di efficienza energetica dell’edificio. Migliorie nella casa comportano un incremento del valore e, di conseguenza, obbligano il proprietario a richiedere la variazione della rendita catastale. Mai dimenticarsi questo passaggio perché necessario per calcolare il nuovo importo delle imposte come l’IMU.
Nello specifico, la rivalutazione delle rendita catastale ai fini IMU è indispensabile per calcolare l’Imposta Municipale Unica da corrispondere per fabbricati e terreni. Se la rendita non viene aggiornata il Catasto non sarà a conoscenza della situazione corrente dell’immobile. L’AdE potrebbe inviare una lettera al contribuente per spingerlo a regolarizzare la propria posizione. Proprio in questi giorni sono partire lettere di compliance perché tante persone hanno dimenticato di aggiornare la rendita catastale dopo aver effettuato lavori con il Superbonus. Una volta ottenuto il nuovo valore come si calcola l’IMU?
Calcolo dell’IMU con rendita catastale variata dopo una ristrutturazione
Per calcolare l’IMU la formula da utilizzare è rivalutazione del 5% della rendita catastale X coefficiente assegnato alla categoria catastale in cui è collocato l’immobile. Ipotizziamo una rendita di 900 euro, si arriva a 945 euro aggiungendo la rivalutazione. Questo importo dovrà essere moltiplicato per il coefficiente di riferimento, 160 per le abitazioni.

Ecco che si ottiene 151.200 ossia la base imponibile su cui calcolare l’aliquota definita dal Comune in cui è situato. Può andare da un minimo del 2% ad un massimo del 6%. Dall’imposta dovuto si dovrà poi togliere la detrazione ordinaria di 200 euro che aumenta per ogni figlio a carico.
Tutto parte, dunque, dalla rendita catastale. Se questa è variata dopo una ristrutturazione bisognerà prendere come riferimento tre diversi fattori ossia la rendita prima degli interventi edili, la rendita durante il periodo di esecuzione dei lavori (valore dell’area di sedime edificabile) e la nuova rendita dopo la ristrutturazione.
Quando la variazione è legata ad un intervento del Comune, invece, si applicherà la nuova rendita a partire dall’anno successivo a quello di notifica. Ricordiamo che sono previste riduzioni ed esenzioni per il pagamento dell’IMU. Prima di effettuare il calcolo inutilmente o dimenticare di scontare il risultato finale è bene approfondire le indicazioni normative.